L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in relazione alla causa per frode che lo ha visto ricorrere in appello contro la sentenza che lo ha condannato ad una ammenda da 454 milioni di dollari, è riuscito ad ottenere, in attesa della sentenza definitiva, la possibilità di versare una cauzione di 175 milioni di dollari, invece della precedente da mezzo miliardo che gli era stata imposta.

Trump aveva cercato di ottenere una garanzia per tale somma da almeno una trentina di di istituti finanziari/assicurativi, ma senza successo. Nessuno lo aveva ritenuto solvibile per un tale importo.

Per questo i suoi avvocati avevano chiesto che il loro assistito potesse fornire una garanzia inferiore, in modo da evitare un possibile sequestro cautelativo da parte del tribunale.

Ora Trump ha 10 giorni di tempo per dare al tribunale una garanzia inferiore di un terzo rispetto alla precedente. Stavolta riuscirà a soddisfare la richiesta? 

Trump è stato ritenuto responsabile di aver gonfiato in modo fraudolento il suo patrimonio netto di miliardi di dollari per garantirsi prestiti e assicurazioni. Per il giudice Arthur Engoron, Trump ha consapevolmente sopravvalutato il valore delle sue proprietà, tra cui la sua tenuta di Mar-a-Lago in Florida, il suo attico nella Trump Tower di Manhattan, vari edifici per uffici e campi da golf.