Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, si è espresso sull'andamento del contagio da coronavirus a SkyTg24:«Dal punto di vista sanitario dobbiamo essere rigidi, ma le scuole devono ripartire. Ci aspettiamo un aumento del numero dei contagi e dei focolai però con il virus dobbiamo convivere. Per quanto riguarda la responsabilità legale dei presidi a mio parere ci dovranno essere degli sgravi, Va fatta una discussione da cui emerga qualcosa di chiaro».

Sull'argomento virus e riapertura delle scuole, è intervenuto anche Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, in una intervista al Messaggero:

«Sono giorni decisivi per la scuola, la riapertura non è scontata [nel caso di aumento i casi nei prossimi giorni]. In questo momento il contagio è alimentato sostanzialmente per circa il 30-35 per cento da quei turisti italiani che ritornano dall’estero, e sono soprattutto ragazzi. Poi un altro 40 per cento è autoctono, sono focolai cioè originati o trasmessi in famiglia o in comunità. Infine, un 20-30 percento di persone sono turisti, oppure migranti, o comunque persone che vengono dall’estero.La diffusione del contagio è una possibilità che va presa in considerazione nel caso non si riesca a intercettare i focolai. Però, prima di chiudere, bisogna cercare di tracciare i contagiati e di limitare i focolai. Naturalmente, a fronte di tutto questo, ribadisco, c’è il comportamento delle persone: se agiscono come se il rischio non ci fosse, è chiaro che i focolai aumentano, e questo a sua volta innesca la possibilità che le autorità non ce la facciano a individuarli.Il rischio che i bambini non possano tornare a scuola c’è. Dipende se il trend si inverte anche attraverso la decisione presa domenica dal governo di chiudere discoteche e di  limitare la movida attraverso l’uso delle mascherine. Noi possiamo e dobbiamo lavorare perché le scuole riaprano, ma è chiaro che se abbiamo una esacerbazione e una crescita dei casi, si riapre un enorme punto interrogativo, perché di fatto in queste condizioni le scuole potrebbero essere fonte di nuovi focolai. Quindi, bisogna fare tutti gli sforzi possibili e immaginabili per riaprire le scuole, e questo significa che serve che da una parte le persone abbiano comportamenti adeguati e che le autorità si preparino adeguatamente.Se i numeri continuano a crescere come stiamo vedendo negli ultimi due tre giorni, c’è un problema serio. Se invece questa crescita viene interrotta e addirittura contenuta, si può riaprire in tutta Italia. Ma è chiaro che i presupposti sono l’interruzione di questa crescita di casi e la capacità di gestire i contagi con i protocolli adeguati».

Fonte: Ansa e Orizzone Scuola