Nella intricata giungla delle istituzioni europee, creata soprtattutto per renderne incomprensibile alla maggior parte dei cittadini il funzionamento, vi è anche il Consiglio europeo, costituito dai capi di Stato o di governo degli Stati membri, dal presidente del Consiglio europeo e da quello della Commissione europea.
Lo scopo è quello di definire le priorità e gli orientamenti politici generali dell'Unione, definendo l'agenda politica dell'Unione, generalmente adottando nelle sue riunioni "conclusioni" che individuano le questioni problematiche e le misure da intraprendere.
Nella due giorni del 22 e 23 giugno in cui il Consiglio europeo si è riunito, l'argomento principe è stata la Brexit, in modo da definire priorità e calendario con cui, formalmente la Gran Bretagna - entro i primi mesi del 2019 - sarà fuori dall'Europa.
Theresa May, nell'occasione ha annunciato che un elenco di proposte concreto e dettagliato sarà presentato agli ex partner europei già a partire dal prossimo lunedì. Per il momento la sua proposta introduttiva, che ha occupato le cronache delle ultime ore, è stata caratterizzata dall'annuncio che i cittadini europei che si troveranno in Gran Bretagna prima della data formale della sua uscita dall'Europa potranno continuare a rimanere nell'isola. Non solo, rispetto a quella data, nel caso la loro permanenza sul suolo britannico sia stata superiore ai cinque anni, costoro, se lo desiderano, potranno rimenere nel Regno Unito indefinitivamente.
In questi termini, a livello politico, Theresa May ha introdotto il tema Brexit trovando ovviamente approvazione e consensi da parte di tutti i rappresentanti dei paesi membri a parte Merkel e Juncker che, però, non sembrano esser stati distratti da questa prorposta che può esser giudicata in due modi diversi.
Da una parte è un chiaro specchietto per le allodole, dall'altra un puro e semplice ricatto. E visto che questa trattativa sarà una vera e propria partita a scacchi, con la mossa di apertura di mantenere inalterata la situazione per i residenti europei in Gran Bretagna, La May ha minacciato gli altri paesi dell'Europa che la trattativa dovrà essere i più possibile soft, economica e conveniente per il Regno Unito, altrimenti i cittadini europei presenti nell'isola di sua Mestà sartanno i primi a pagarne le conseguenze.
Un esempio perfetto, quello messo in campo dalla May, di ipocrisia politica. Ma non c' è da stupirsi e neppure da indignarsi. Si tratta di interessi e, in questo caso, riguardano pure quelli dei cittadini britannici.
La Merkel ieri e Juncker oggi, come accennato in prcedenza, non sembrano però essere stati irretiti e neppure spaventati dalla mossa di apertura della May ed hanno risposto schierando subito sulla scacchiera la regina, dicendo che quello della May è solo un buon inizio, ma i problemi da risolvere sono ancora molti e complessi.
Adesso, dopo la prima mossa che sa un po' di fuffa e molto di ricatto, bisognerà aspettare qualche giorno per sapere i contenuti veri della Brexit e la strategia scelta della May per limitare al massimo costi e problemi per l'uscita del Regno Unito dall'Europa.