Il Vaticano riammette i sacerdoti anglicani convertiti nella Chiesa Cattolica Romana con mogli e figli, ma discrimina i preti sposati che hanno un percorso di dimissioni, dispensa e matrimonio religioso e sono ancora dentro la Chiesa.

"I vertici vaticano ci consentano di celebrare Messa per i bisogni dei fedeli e ci riaccolgano nelle parrocchie senza parroci" è l'appello che il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati, fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone,  rivolge al Papa, ai Cardinali e ai Vescovi.

Di seguito, un articolo sulla questione di "Famiglia Cristiana".

Sono preti cattolici. Sono sposati. E hanno dei figli. Come è possibile? E' possibile perché si tratta di tre ex-vescovi anglicani, che si sono convertiti ieri al cattolicesimo, usufruendo sia dell'invito di Benedetto XVI a lasciare la Chiesa d'Inghilterra per entrare in quella di Roma a causa di un dissenso sulle donne vescovo, sia della norma ecclesiale cattolica che consente l'ordinazione di sacerdoti anglicani che fossero precedentemente sposati. E' un caso piuttosto raro, ma che potrebbe diventare più comune ora che i contrasti sulle donne vescovo e sulle proposte di estendere l'episcopato anche ai sacerdoti omosessuali, come avviene per esempio negli Stati Uniti, stanno spaccando in due la chiesa anglicana.Ecco così che sotto le arcate della cattedrale cattolica di Westminster, poco distante da quella anglicana e dal parlamento che portano lo stesso nome, ieri si è officiato un rito come non se ne vedono spesso: tre ex-vescovi anglicani, accompagnati dalle rispettive mogli, con i rispettivi figli seduti in prima fila, hanno ricevuto da monsignor Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e massima autorità cattolica in Inghilterra, l'ordinamento a sacerdoti cattolici. Si tratta del reverendo Andrew Burnham, del reverendo John Broadhurst e del reverendo Keith Newton. Sarà quest'ultimo a guidare uno specifico ordinariato cattolico per gli anglicani convertiti, chiamato Nostra Signora di Walsingham, che è il primo ordinariato eretti dalla congregazione per la dottrina della fede, concepito espressamente per consentire agli anglicani che lo desiderano, evidentemente anche i fedeli, non soltanto i sacerdoti, di passare alla religione cattolica.Il reverendo Newton ha 58 anni, è sposato con Gill Donnison dal 1973 e la coppia ha tre figli. Dopo l'ordinamento a diacono è stato nominato parroco di Wimbledon nella diocesi anglicana di Southwark, in seguito ha servito in Africa, quindi è rientrato in Inghilterra, e nel 2002 è stato nominato vescovo. Convertendosi ieri al cattolicesimo, sia lui che i suoi due colleghi anglicani hanno perso il precedente status di vescovi che avevano nella chiesa anglicana. "Per ragioni dottrinali", osserva un comunicato del Vaticano, "la Chiesa cattolica non ammette in alcun caso l'ordinazione episcopale di uomini sposati. Nondimeno, la Costituzione Apostolica prevede, a certe condizioni, l'ordinazione come sacerdoti cattolici di ministri sposati già anglicani". Il motivo è evidente: la Chiesa non vuole chiedere a un vescovo o sacerdote anglicano che intendesse convertirsi al cattolicesimo di separarsi dalla moglie e dai figli a cui aveva diritto nella Chiesa d'Inghilterra. Ma al tempo stesso pone il divieto che un uomo sposato, con figli o meno, vada oltre il grado di sacerdote: non potranno dunque in alcun caso diventare vescovi.La presenza di preti sposati e con figli all'interno della Chiesa cattolica, sia pure in Inghilterra, rappresenta dunque un'eccezione. Si vedrà se è destinata a rappresentare prima o poi un passo verso una svolta dottrinale più ampia, che permetta anche a tutti gli altri sacerdoti cattolici di avere mogli e figli. Per adesso, di sicuro finché Benedetto XVI resterà papa, non sembra un'ipotesi destinata a realizzarsi. Ma la possibilità di "traslocare" con mogli e figli nella Chiesa di Roma è una tentazione allettante per la crescente minoranza di sacerdoti e vescovi anglicani scontenti per le riforme che hanno permesso il sacerdozio e l'episcopato alle donne. Un motivo di tensione tra la Santa Sede e l'arcivescovo di Canterbury, nonostante i buoni propositi di collaborazione e i buoni rapporti creati nel settembre scorso in occasione della visita del papa in Gran Bretagna.