Da quando il Sud Africa ne ha annunciato l'esistenza lo scorso novembre, si sono moltiplicati a livello internazionale gli studi per stabilire il grado di pericolosità della variante Omicron. Un aspetto questo che ha preoccupato e non poco, non solo l'Oms, ma anche molti Paesi, soprattutto in occidente.

Infatti, che la nuova variante del coronavirus fosse molto più contagiosa delle precedenti era dato per scontato e non c'erano dubbi in proposito fin dall'inizio. E proprio per tale caratteristica, l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'aveva etichettata come preoccupante. Il numero giornaliero di nuovi casi che oggi registriamo, non solo in Italia, dimostra che l'allarme fosse più che giustificato.

Di quanto il nuovo virus sia aggressivo, però, non vi era certezza. Questo lo potevano dire solo i ricoveri e i decessi. Fino a questo momento, pare che la malattia sia meno grave della precedente e in questi giorni molti studi internazionali, a livello di laboratorio, lo stanno dimostrando.

L'ultimo in ordine di tempo, pubblicato mercoledì scorso, conferma che animali da laboratorio contagiati con la variante Omicron hanno avuto, in media, sintomi molto meno gravi di quanto accaduto, con animali dello stesso tipo, con le precedenti varianti. 

Pertanto, Omicron causerebbe una malattia meno grave di quella provocata dalle altre varianti ed in particolare da Delta. Omicron interessa il naso, la gola, ma interessa i polmoni solo parzialmente, forse per una sorta di "incompatibilità" con l'enzima TMPRSS2 che, al contrario, in passato aveva "aiutato" le altre varianti a penetrare negli alveoli. Una possibilità, quest'ultima, che non è però ancora stata confermata.

Detto questo, rimangono in ogni caso due aspetti che non possono lasciare tranquilli. Il primo è che l'alto numero di contagi in tutto il mondo, o almeno in buona parte di esso, potrebbe accelerare la sviluppo di nuove varianti, che potrebbero anche essere nuovamente più pericolose di Omicron. Il secondo è che l'aumentare quasi geometrico del contagio, specie tra i non immunizzati, porti comunque ad una pressione fuori controllo sulle strutture ospedaliere e sulla loro capacità di assistenza, specie adesso che in molti Paesi non si ha intenzione di ritornare a misure drastiche di contenimento del contagio, limitandosi a raccomandazioni, mascherine e limitazioni nell'accesso ai luoghi pubblici da parte dei soli vaccinati.

Ma in Gran Bretagna, ad esempio, dove i vari Stati procedono in ordine sparso sulle misure di contenimento - con il paradosso inglese che prevede l'obbligo di mascherina per salire sui mezzi pubblici, mentre gli stadi sono pieni e la gente non si preoccupa neppure di coprirsi naso e bocca - il numero di ospedalizzazioni negli ultimi sette giorni è aumentato del 50% e nelle ultime 24 ore i nuovi pazienti sono stati quasi 2mila. 

Omicron sarà anche meno pericolosa di Delta, ma che le conseguenze potranno essere meno devastanti rispetto alle altre varianti è ancora da dimostrare.