Da gennaio a marzo 2025, il gettito delle entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, è cresciuto di quasi 5.702 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In numeri, le casse dello Stato hanno incamerato 130.522 milioni di euro (+4,6% sugli stessi mesi 2024). Una crescita trainata sia dalla performance delle imposte dirette, sia da quella delle indirette. 

Nel periodo di riferimento le imposte dirette sono aumentate di 3.616 milioni di euro (+4,9%), principalmente per l’effetto dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze e della sostitutiva sul valore attivo dei fondi pensione.

Il gettito Irpef ha registrato un incremento di 447 milioni di euro (+0,7%). Tra le ritenute, tutte in crescita, quelle più consistenti sono state quelle dei lavoratori autonomi, che hanno fermato l’asticella a +429 milioni di euro, un +11,6% rispetto all’analogo periodo 2024.

L’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze ha registrato un incremento di gettito pari a 1.299 milioni di euro, dovuto all’andamento del mercato del risparmio gestito per il 2024 che ha evidenziato sia una notevole crescita della raccolta netta rispetto al 2023 sia una elevata redditività degli investimenti.

Anche l’imposta sostitutiva sul valore attivo dei fondi pensione ha registrato un notevole balzo in avanti del gettito (+1.240 milioni di euro).  Dall’Ires, invece, sono entrati nelle casse dello Stato 368 milioni di euro in più (+17,7%); e dalle ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche 115 milioni di euro (+7,9%). Le imposte indirette sono aumentate di 2.086 milioni di euro (+4,0%). Il gettito dell’Iva ha registrato un aumento pari a 940 milioni di euro (+2,6%). In questo caso, lo stimolo è giunto dall’andamento positivo della componente relativa agli scambi interni e dei versamenti dovuti in base all’applicazione dello “split payment” (il meccanismo in base al quale le pubbliche amministrazioni versano direttamente all’Erario l’Iva addebitata loro dai fornitori).
La scomposizione dell’Iva sugli scambi interni per natura giuridica mostra che il 78,2% del gettito è versato dalle società di capitale e di questo il 42,0% dalle società a responsabilità limitata. Le persone fisiche versano invece il 7,5% e le società di persone il 5,6 per cento.

Tra le altre imposte indirette, si distinguono l’imposta di bollo (+265 milioni di euro,+23,1%), quella di registro (+64 milioni di euro, +4,6%) e l’imposta sulle assicurazioni (+87 milioni di euro, +29,0%). Infine, dal bollettino si evince che le entrate tributarie erariali derivanti da attività di accertamento e controllo sono aumentate di 264 milioni di euro (+7,9%); in particolare le imposte dirette hanno evidenziato un incremento di 190 milioni di euro (+11,9%) e le indirette di 74 milioni di euro (+4,2%).

Si tratta di un trend quello dell'aumento del gettito che va avanti dal 2023. Nel 2024 le entrate tributarie hanno registrato una crescita del 6,2% rispetto all’anno precedente, equivalente a 683,3 miliardi di euro, +35 miliardi in confronto al 2023. Le imposte dirette sono aumentate di 27,3 miliardi di euro nel 2024 (+8,6%) per effetto principalmente del gettito dell’Irpef e dell’imposta sostitutiva sui redditi. In particolare, le entrate relative all’Irpef hanno registrato un aumento di 14,1 miliardi (+6,4%). Sostanziale anche  l'incremento del gettito dell’Ires (+11,3%), con particolare riferimento al settore delle costruzioni (+36,6%), e fra i servizi privati quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+37,7%), settori trainati dai bonus edilizi. Nel 2024 le imposte indirette hanno evidenziato un incremento pari a 7,8 miliardi di euro (+3,1%). Nello specifico, il gettito relativo all’Iva ha registrato un aumento pari a quasi 6 miliardi (+3,4%) e, in particolare, la componente relativa agli scambi interni è cresciuta di 6,1 miliardi (+4,0%).  Carlo Cottarelli direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici CPI, dell'università Cattolica di Milano, ha sottolineato come questi aumenti possano essere anche la conseguenza di una diminuzione dell'evasione, segno tangibile che la politica del fisco amico, inaugurato dal viceministro Maurizio Leo, sta pagando.  Insomma i dati sembrano smentire clamorosamente chi accusa il governo di voler strizzare l'occhio agli evasori.