La pandemia ha ripreso a dilagare negli Usa... tra i non vaccinati
Di seguito alcuni dati per ricordarci come si stia diffondendo attualmente la pandemia al di fuori dell'Italia.
Negli Stati Uniti, al 9 agosto, i nuovi casi di contagio erano oltre 124mila, pari al 118% in più rispetto a due settimane fa. Anche il numero dei morti, 553, supera di due volte quello di due settimane fa.
In Texas, il governatore Abbott ha chiesto agli ospedali dello Stato di interrompere le procedure mediche non di emergenza per lasciare i letti a disposizione dei pazienti Covid, che hanno toccato la media di 10.000 al giorno. A Dallas, al momento, sarebbero solo un centinaio i posti disponibili in terapia intensiva a fronte di una popolazioni di oltre 8 milioni.
Mentre gli americani si contagiano e si ammalano per avere la libertà di non vaccinarsi, in Gran Bretagna l'alto numero di vaccinazioni riesce invece a contenere le ospedalizzazioni e a minimizzare il numero dei morti.
L'89% dei britannici si è vaccinato contro il Covid. Di questi, il 75% ha ricevuto entrambe le dosi. A seguito di ciò nonostante gli oltre 20mila casi giornalieri (il numero dei nuovi contagiati ha ripreso ad aumentare) il numero dei decessi, in base al dato odierno, è stato di 146 morti.
Utilizzando questi due esempi appare evidente che il vaccino sia da considerarsi al momento l'arma più efficace contro la pandemia. Anche il terzo esempio, quello di Israele, lo dimostra, anche se i dati registrati da Tel Aviv ci mettono di fronte ad ulteriori interrogativi.
Il primo riguarda l'efficacia dei vaccini in relazione alla durata degli anticorpi. Il nuovo propagarsi del contagio nello Stato ebraico, dove però va ricordato che le vaccinazioni non sono poi proseguite così speditamente come registrato fino alla scorsa primavera, ha fatto decidere le autorità sanitarie locali che sia conveniente somministrare una terza dose di vaccino alle persone con più di 60 anni che si sono completamente vaccinate cinque mesi fa.
Il secondo riguarda la necessità di vaccinare i minori dai 12 anni in su. Infatti, con la riapertura delle scuole, secondo una fonte del ministero dell'Istruzione israeliano, i nuovi casi Covid in Israele potranno raggiungere i10mila al giorno, di cui circa la metà sarà da attribuire a studenti. Per tale motivo Israele sta dibattendo sulla possibilità di aggiungere il vaccino anti-Covid all'elenco dei vaccini che vengono somministrati normalmente e periodicamente agli studenti.