Una seconda scossa di terremoto, di magnitudo 7.5, ha colpito la Turchia alle 11:24 ora italiana, dopo quella ancor più forte di magnitudo 7.9 che alle 2:17 era stata registrata ad una profondità di 20 Km, sempre nella provincia di Kahramanmaras, ma più a sud non distante  dal confine con la Siria.

Mentre della nuova scossa ancora non si hanno notizie ufficiali relative a danni e vittime (escluse le prime drammatiche immagini di ciò che ha causato), della precedente si può già parlare di disastro con il numero dei morti che sale di ora in ora.

Secondo quanto dichiarato dal presidente turco Recep Erdogan, almeno 912 le persone morte in Turchia, mentre l'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito parla di 320 vittime lungo il confine nord occidentale della Siria. Pertanto, per adesso, si può parlare di un bilancio che supera i 1.200 morti.

Erdogan ha dichiarato anche che sono almeno 5.383 le persone ferite in Turchia e 2.818 gli edifici tra danneggiati e crollati. Non sono stati comunicati i dati dei feriti in Siria.

Il guaio è che molti sono gli edifici, anche condomini di diversi piani, letteralmente crollati. Per cui, è impossibile al momento conoscere il numero dei dispersi, mentre i soccorritori hanno iniziato l'opera per tentare di estrarre dalle macerie le persone ancora in vita.

Inoltre, l'area d'impatto del terremoto è estesa e numerose le località coinvolte, per cui qualsiasi bilancio indicativo di danni e vittime è per il momento impossibile. Per capire però la gravità di quanto accaduto, basti dire che la gente a Beirut e Damasco - a circa 400 Km dall'epicentro - si è riversata in strada a causa dell'intensità delle scosse.

La prima, quella della notte, è stata registrata nei pressi della faglia dell'Anatolia orientale, che va da sud-ovest a nord-ovest del confine sud-orientale della Turchia. L'ultima attività significativa registrata lungo la sua linea risaliva a più di 100 anni fa, al 13 agosto 1882, quando vi fu un terremoto classificato di magnitudo 7.4, che nella sola città di Aleppo causò 7.000 morti, con scosse di assestamento importanti, durate per quasi un anno.

Dopo la prima scossa della notte, i sismologi hanno registrato 8 scosse di assestamento nelle ore successive con intensità calante, con magnitudo da 5.6 a 4.6. Intorno alle 11:30, un'altra scossa ha poi colpito il distretto di Elbistan, stavolta nel nord della provincia di Kahramanmaras, a 130 Km di distanza  da Gaziantep, città nei pressi dell'epicentro della scossa precedente.

Un funzionario dell'autorità turca per la gestione dei disastri e delle emergenze ha detto che l'ultima registrata non è da considerarsi una scossa di assestamento e che, pertanto, è da considerarsi come un ulteriore terremoto.