I cubesat sono satelliti satellite miniaturizzati avente forma cubica, volume di 1 dm³ e massa non superiore a 1,33 kg. Esistono diversi di questi satelliti in orbita, spesso sono usati dai radioamatori per diversi usi, sia per collegarsi con altri radioamatori o solo per scopi di studio.
Anche il Vaticano ha voluto usare questa tecnologia e su una frequenza radioamatoriale di 437,5 Mhz sarà possibile durante i passaggi visibili dall'italia ascoltare alcuni messaggi in varie lingue. Non è necessario conoscere le effemeridi del satellite.
Dopo il lancio, il satellite i cui sistemi ad alta tecnologia sono stati benedetti da Papa Francesco lo scorso 29 marzo, sarà infatti posizionato a 525 chilometri di altezza dalla Terra in sincronia con la rotazione del sole, in modo da poter sorvolare ogni punto della superficie terrestre alla stessa ora locale solare. Ogni volta che sorgerà, chi sarà collegato alla frequenza di 437,5 Mhz, portà essere raggiunto da una parola di conforto e di sprone sulla strada della speranza.
Il 10 giugno 2023 dalla base di lancio di Vandemberg in California, a bordo di un razzo Falcon 9, è iniziato il progetto “Spei Satelles”: un CubeSat costruito dal Politecnico di Torino ed operato dall'Agenzia Spaziale Italiana, che entrerà in orbita per portare un messaggio di speranza e pace custodito in un nanobook realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il satellite è dotato, oltre che della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche di un trasmettitore radio. Per il tempo di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi desunte dal Magistero Pontificio che hanno a tema la speranza e la pace. I messaggi sono in italiano, inglese e spagnolo.
L'iniziativa, promossa dal Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, si ricollega al messaggio del Papa il 27 di marzo del 2020 con la Statio Orbis in Piazza S. Pietro. In piena pandemia, il 27 di marzo del 2020 Papa Francesco, da solo, sotto la pioggia, nel buio di quella sera, sale in piazza San Pietro per pregare con e per tutta l'umanità flagellata dal Covid, poi, entrando nel Tempio, prega e benedice tutto il Popolo di Dio, ovunque disperso, ma radunato nella speranza ed in preghiera col cuore in quella piazza.
Nel terzo anniversario della Statio Orbis e nel decimo anniversario del Pontificato, il Dicastero per la Comunicazione, ha lavorato con soggetti tra loro molto diversi per lanciare, insieme, un rinnovato segno di speranza; a partire da quel primo seme.
Il progetto, coordinato dal Segretario del Dicastero, Monsignor Lucio Adrian Ruiz, ha coinvolto il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Il Politecnico di Torino, l'Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, l'Istituto Universitario Salesiano Venezia - IUSVE e l'Apostolato Digitale dell'Arcidiocesi di Torino: la missione spaziale “Spei Satelles”.
Il libro del Papa, “Perché avete paura? non avete ancora fede”, che porta il messaggio della Statio Orbis, è diventato, grazie al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed in particolare all'attività dell'Istituto di fotonica e nanotecnologie coordinata dal dott. Andrea Notargiacomo, un “nanobook” (una lastra di silicio, di 2x2x0,2 mm), in cui è stato inciso il libro ad alta miniaturizzazione per mezzo di tecnologie di micro e nanofabbricazione. Per mettere in orbita, come segno e profezia di speranza, questo micro-manufatto, l'Agenzia Spaziale Italiana ed il Politecnico di Torino hanno lavorato poi in stretta sinergia.
Attraverso il sito www.speisatelles.org non solo è possibile seguire l'evolvere della missione, ma anche iscrivere il proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita.
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