Salute

Quale futuro ci attende?


“BEN VENGA IL CAOS, PERCHE’ L’ORDINE NON HA FUNZIONATO”, Karl Krause.

Dall’inizio della pandemia da SARS-COV-2, è successo tutto e il contrario di tutto. Abbiamo assistito a medici che hanno sostenuto una tesi, altri l’esatto contrario. Alcune querelle iniziate sui social, sono finite in tribunale.

Anche nel campo della ricerca abbiamo assistito a scene poco edificanti. Sull’uso dei farmaci, c’è stata grande confusione, vi è stato il fiorire di cure miracolose, durate il tempo di un batter di ciglia. L’emergenza ha determinato il prevalere di pareri personali e di studi frettolosi. L’ultimo caso è quello che si riferisce al farmaco idrossiclorochina (nome commerciale Plaquenil).

Nei giorni scorsi, l’OMS ha interrotto la sperimentazione sulla base di uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet, salvo poi fare marcia indietro, a seguito della protesta di centoventi scienziati. Tale vicenda dimostra che la ricerca di soluzioni per la cura del Covid 19, ha portato ad una esagerata frenesia nell’ambiente scientifico con la pubblicazione di nuove ricerche senza verificare la necessaria e dovuta affidabilità. In attesa di una cura sicura e del tanto sospirato vaccino, che futuro ci attende?

Non abbiamo la sfera di cristallo ma l’unica certezza è quella di provare a riprenderci in mano le nostre vite. In Italia la pandemia sembra regredire, i numeri sono rassicuranti, malgrado ci siano ancora oggi decine di nuovi casi e soprattutto di morti. L’andamento è certamente positivo, i segnali indicano che la pandemia sta scemando.

Grazie ai sacrifici socio-economici fatti durante il lockdown, oggi in tutte le regioni l’indice di trasmissibilità è in calo. In questo quadro, tutto lascia presupporre che possiamo trascorrere un’estate tranquilla. Al contrario di quanto espresso da più parti, non è il caldo o i raggi UV a tenere a bada la pandemia, bensì i comportamenti che abbiamo imparato ad osservato. Non vi sono altresì, evidenze scientifiche che le mutazioni genetiche riscontrate sul RNA del SARS-COV-2, abbiano portato a ceppi virali meno contagiosi e soprattutto meno letali.

E’ stato l’uso della mascherina, il distanziamento sociale e la corretta igiene personale, ad aver ridotto la carica virale e di conseguenza diminuire il rischio di contagio. In questo periodo l’epicentro della pandemia si è spostato dall’Europa al continente americano.

Visti gli sviluppi, resta molto probabile la possibilità di una nuova ondata causata da contagi di ritorno o da una recrudescenza del virus. Infatti, se il Covid 19 si comporta come gli altri coronavirus, con la stagione fredda potremmo avere un aumento delle infezioni trasmesse per via aerea, Covid compreso. Nel caso della Spagnola del 1918, la seconda ondata fu addirittura più grave della prima.

Uno studio dell’università di Boston ha ipotizzato che, in assenza di un vaccino, dovremo adottare le già citate misure comportamentali (regola delle 3 M: metro, mascherina, mani) per tutto il 2022. Non ci resta che rispettare le semplici raccomandazioni emanate dal ministero della salute per prevenire il contagio. Con il tempo impareremo a prendere le dovute precauzioni e smetteremo di preoccuparci, in altre parole impareremo a convivere con la pandemia.  

Autore antonio
Categoria Salute
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