Ocaña, città situata nella regione colombiana del Norte de Santander, è sconvolta a seguito della notizia dell'orribile omicidio di padre Ramón Arturo Montejo Peinado. Le riprese di una telecamera di sicurezza del parcheggio dove il sacerdote stato ucciso hanno catturato interamente quanto accaduto: due uomini trascinano il prete fuori dalla sua auto, mentre lui tenta di resistere. Successivamente, lo colpiscono ripetutamente con un pugnale, lo investono con la sua stessa vettura e fuggono a bordo del veicolo. La fuga dei criminali è durata poco, poiché sono stati arrestati qualche ora dopo.
La Conferenza episcopale colombiana ha condannato fermamente questo atto brutale. Il vescovo di Nueva Pamplona e amministratore apostolico di Ocaña, Jorge Alberto Ossa Soto, ha denunciato l'assurdità della violenza che "non solo minaccia la vita di un essere umano, ma anche i principi fondamentali della convivenza umana". Ha inoltre sollecitato le autorità a fare piena luce sul crimine.
Padre Montejo Peinado era il parroco della chiesa di San José di Buenavista e una figura molto rispettata nella comunità per il suo impegno sociale. Era attivamente coinvolto nella commissione diocesana di riconciliazione e pace e nel monitoraggio della violenza. Aveva contribuito significativamente alla liberazione di diversi ostaggi negli ultimi anni.
La regione del Norte de Santander è segnata dall'aumento della presenza di gruppi paramilitari, milizie di estrema destra create negli anni ottanta dai latifondisti per contrastare la guerriglia. Dopo l'accordo di pace del 2017 tra il governo e le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC), questi gruppi hanno finito per riempire il vuoto lasciato dalla guerriglia, portando a un'escalation di violenza che affligge gran parte delle aree rurali della Colombia.
Per sensibilizzare sul problema il presidente Gustavo Petro e l'opinione pubblica internazionale, circa trenta indigeni e contadini del nord-est del paese, riuniti nel Congreso de los Pueblos, hanno intrapreso una protesta pacifica occupando la nunziatura di Bogotà da due giorni. L'attivista Cristiano Morsolin ha riferito che i manifestanti trascorrono il tempo seduti in cerchio sul pavimento, ascoltando la musica del gruppo Calle 13, che interpreta i messaggi di papa Francesco rivolti ai movimenti popolari, mentre attendono una risposta del governo alle loro richieste di negoziazione per combattere i paramilitari.
Fonte: avvenire.it