Nell'operazione Cintura Nera Israele ammette di aver sterminato una famiglia di 8 persone
Secondo il premier israeliano ancora in carica, Netanyahu, l'operazione "Cintura nera" a Gaza - iniziata con l'assassinio del comandante militare del Jihad, Bahaa Abu al Atta – è stata un successo.
"Lo scopo dell'operazione era quello di colpire un comandante del Jihad. È stato eliminato insieme a decine di terroristi e infrastrutture importanti della Jihad. I nostri nemici hanno avuto il messaggio: possiamo raggiungere chiunque".
La dichiarazione di Netanyahu è stata accompagnata da parole simili pronunciate anche dal neo ministro della difesa Naftali Bennett.
E tra le decine di "terroristi" assassinati vi sono anche gli 8 membri, tra cui 2 donne e 5 bambini, della famiglia di un pastore la cui casa è stata colpita poco prima del cessate il fuoco a Deir al-Balah, nel centro della Striscia.
Per Israele, inizialmente, quel raid aveva portato all'uccisione di Rasmi Abu Malhous, comandante militare del Jihad. In realtà, come i media arabi hanno poi fatto sapere, nella casa colpita abitava una famiglia di pastori che nulla aveva a che fare con la Jihad.
Dopo che le notizie stampa dei media arabi sono state riprese sui social, anche le fonti dell'esercito israeliano hanno ammesso l'errore, secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz, giustificandosi per quanto accaduto con il fatto che pensavano che l'edificio bombardato fosse vuoto.
I raid israeliani degli scorsi giorni a Gaza hanno provocato la morte di 34 persone, tra cui donne e bambini, oltre 110 feriti, e la distruzione di numerose abitazioni e di numerosi edifici, scuole comprese.