Economia

Arriva misura sull'Iva per pasta e pane: Salvini lo aveva proposto un anno e mezzo fa

Finalmente sarebbe il caso di dire, forse arriva, con il decreto aiuti bis, la tanto attesa misura, richiesta a gran voce da categorie di settore e cittadini, per tagliare l'iva su alcuni generi di prima necessità, come pasta e pane, per venire incontro alle tante persone in difficoltà anche a fare la spesa, a causa dei forti rialzi dei prezzi di questi mesi. 

Una soluzione immediata per sostenere i redditi più bassi e 'raffreddare' l'effetto del continuo rialzo dei prezzi, che consiste appunto nell' azzerare l'Iva su pane e pasta e abbassarla dal 10 al 5% su carne e pesce. 

L'intervento richiederebbe circa 4 miliardi sui 10 del provvedimento complessivo, e al ministero dell'economia starebbero ormai sistemando gli ultimi dettagli per poter inserirlo nel prossimo decreto aiuti. Con la campagna elettorale appena partita, molti i commenti dei politici su una misura molto popolare. I primi a fare un commento i sue sottosegretari leghisti GianMarco Centinaio dell'agricoltura e Federico Freni dell'economia.

"Azzerare l'Iva sui generi alimentari di prima necessità come pane, pasta, latte, frutta e verdura e far scendere dal 10 al 5 per cento quella su prodotti come carne e pesce significa salvaguardare il potere di acquisto soprattutto di chi ha redditi più bassi e dunque risente in modo più evidente dei rincari del carrello della spesa.

Si tratta di una misura che aiuta in modo concreto le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti che sono più penalizzate dagli effetti dell'inflazione", hanno scritto in una nota congiunta i due sottosegretari leghisti. E hanno anche aggiunto che è "una risposta immediata a tanti italiani in difficoltà che riteniamo più efficace della riconferma del bonus di 200 euro". Non è un caso che siano stati proprio due leghisti i primi a commentare la misura, perché fu proprio il segretario leghista il primo un anno e mezzo fa a parlare della necessita di azzerare l'iva su molti generi alimentari.

Era novembre del 2020, quando ancora l'inflazione non aveva raggiunto i picchi di queste ultime settimane. Durante una conferenza stampa nella sala Nassirya del Senato il 9 novembre del 2020, accompagnato dal responsabile economia del partita il senatore Alberto Bagnai, il leader leghista aveva lanciato questa proposta al governo.

"Azzerare l’Iva su pane e frutta, tagliarla per carne e vestiti”: questa la proposta del leader della Lega  per “dare una boccata d’ossigeno a famiglie e imprese”. Un’operazione iniziale da 4 miliardi iniziali( come quella effettivamente allo studio adesso) che rimoduli le aliquote Iva su alcuni beni essenziali e non solo.

"Proponiamo di abolire le più basse e ridurre le più alte  – spiegò invece il professore Alberto Bagnai -, sulla base degli ultimi dati di gettito possiamo fare una stima che si lascerebbero nelle tasche degli italiani 20,2 miliardi di euro, una configurazione simile a Germania e Gran Bretagna, e un impatto sull’aliquota media da 15,6 a 13,4%" Ma in quel caso il governo conte, impegnato ad incontrare le categorie durante i tanto decantati Stati Generali, non prese in considerazione questa misura, che evidentemente era di buon senso e approvata all'epoca, avrebbe dato sostegno a molti cittadini ed imprese del settore, che ora si trovano con enormi difficoltà, anche a causa dell'abnorme aumento dei prezzi sopraggiunto.

Autore Vincent Caccioppoli
Categoria Economia
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