Il Movimento 5 Stelle, oltre al gaffeur originale in pantaloni, Danilo Toninelli, ne ha un altro di vaglia, ma questa volta in gonnella: la viceministra dell'economia Laura Castelli.
In relazione all'abolizione delle agevolazioni Ires per gli enti "no profit", che, va ricordato, sono in vigore da decenni, la preparatissima esponente grillina ha dichiarato:
«Il "no profit" deve stare tranquillo perché la norma si riferisce a chi fa utili.Stiamo parlando della parte del terzo settore che è persona giuridica e non persona fisica e che fa utili e profitti quando teoricamente non dovrebbe farli. Non stiamo tassando la beneficenza ma quella parte di terzo settore che fa utile.»
Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, a sentire le parole della viceministra deve essersi stropicciata gli occhi ed ha pubblicato il seguente comunicato stampa, per far presente alla Castelli che non conosce la materia di cui sta parlando:
«Sorprende la dichiarazione della viceministra Castelli che sembra dimenticare che il Terzo settore, le organizzazioni senza scopo di lucro, non possono in alcun modo distribuire gli utili. Essi devono essere interamente reinvestiti nell'attività.Tassare gli utili delle organizzazioni di volontariato alla stregua di qualsiasi impresa speculativa significa semplicemente meno risorse per il reinserimento dei disabili, meno attività di contrasto della povertà minorile, meno attività culturali nelle periferie emarginate, detto in altri termini: meno sociale e più povertà.Agevolazioni fiscali che hanno contribuito allo sviluppo del volontariato, oltre 5 milioni di cittadini impegnati, e alla realizzazione di innumerevoli attività di assistenza a favore dei più deboli. Tenendo conto che si tratta di attività realizzate grazie anche all'impegno volontario dei cittadini, il danno per le nostre comunità è ancora maggiore. Il Governo ci ripensi, l'emendamento Ires è irragionevole.»
Informato dell'ennesimo "infortunio" del Governo, dopo che è diventato virale e non poteva ignorarlo, visto che appelli precedenti all'approvazione della legge di bilancio sono caduti nel nulla, sulla vicenda è intervenuto pure il viceministro Luigi Di Maio che ha promesso di sistemare l'errore quanto prima, ma non togliendo il provvedimento dalla manovra, perché altrimenti questa dovrebbe poi essere approvata nuovamente al Senato e non ci sono i tempi.
«La norma sarà cambiata nel primo provvedimento utile - ha dichiarato il vicepremier 5 Stelle. - Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella Legge di Bilancio perché si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l'impegno di modificarla nel primo provvedimento utile. Inoltre, abbiamo sentito la comunità dei Frati di Assisi [ah beh... allora...], che ringraziamo per il loro instancabile impegno, e li incontreremo quanto prima.»
Insomma, nella loro furia moralizzatrice e castigatrice, i parlamentari grillini, nonostante le numerose lauree in loro possesso, non sembrano conoscere le materie su cui si intestardiscono a voler legiferare e, alla fine, come dimostrato anche da questa vicenda, finiscono per fare pasticci.
E poiché al Governo a fare pasticci sono in due, messe da parte le distrazioni - vedere gli esempi decreto sicurezza e decreto dignità - dovendo occuparsi di soldi e di cose serie, Lega e M5S hanno dimostrato tutta la loro inesperienza e la loro scarsa preparazione nell'imbarazzante preparazione della legge di bilancio 2019.
Se ne devono però essere accorti anche alcuni dei loro elettori, visto che l'ultimo sondaggio, realizzato da Ipsos, ha registrato le prime crepe nel "cambiamento", con la Lega che in un mese perde 3 punti tornando al 33% (sui valori di fine estate), mentre i 5 Stelle continuano la loro costante discesa raggiungendo il 27% nelle intenzioni di voto.