Identificati nuovi bersagli molecolari contro cui sviluppare i vaccini anti-cancro del futuro: sono particolari proteine presenti sulla superficie delle cellule tumorali, in grado di risvegliare le cellule immunitarie dormienti potenziandone la risposta. Positivi i primi test sui topi, che dimostrano una riduzione delle dimensioni dei tumori, come indicano i risultati pubblicati sulla rivista Cell dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit).
Lo studio potrebbe imprimere un'accelerazione alla ricerca sui vaccini anti-cancro, che finora si sono dimostrati promettenti solo in alcune sperimentazioni cliniche contro il melanoma e specifici tipi di tumore del polmone. "Queste terapie funzionano magnificamente in un sottogruppo di pazienti, mentre la maggior parte non risponde molto bene", spiega la coordinatrice dello studio, Megan Burger. "Gran parte della ricerca nel nostro laboratorio mira a capire perché questo accada e cosa possiamo fare perché questi pazienti rispondano meglio".
Grazie a esperimenti sui topi con tumore del polmone, i ricercatori hanno scoperto che le cellule T del sistema immunitario, dirette contro diverse proteine tumorali, competono fra loro: alla fine emerge solo una popolazione dominante che sopprime le altre, e continua a farlo anche quando risulta perdente nella lotta al tumore.
Le cellule T soppresse, però, possono essere risvegliate se attraverso la vaccinazione si iniettano nuovamente le proteine tumorali che rappresentano il loro bersaglio. Nei test sui topi si è ottenuta una riduzione media del tumore pari al 27%.