Il fenomeno è ancora in gran parte sotterraneo, e solo ora sta cominciando a venire alla luce, lentamente, caso dopo caso, le vittime cominciano a superare le resistenze e a liberarsi da questo fardello pesantissimo.

È il versante ancora poco noto di una piaga che sembra senza fondo, in gran parte nascosto per le dinamiche di controllo e di potere che causano omertà e senso di colpa. Sono abusi sessuali perpetrati spesso su donne fragili e vulnerabili da uomini in posizione di superiorità gerarchica, ma non di rado anche da consorelle o superiore, e che restano sepolti nella coscienza per decenni; spesso, se una vittima riesce a parlarne, lo fa dopo aver abbandonato la vita consacrata, dopo aver trovato la forza di ricominciare un’altra esistenza. In questi ultimi anni, tuttavia, sempre più frequenti sono le denunce, anche se spesso si tratta di casi ormai prescritti.

Si tratta comunque della punta di un iceberg dalle dimensioni ancora sconosciute, diffuso in tutto il mondo e che si è iniziato a intravedere nel lontano 2001, quando grazie al settimanale statunitense National Catholic Reporter furono pubblicati quattro documenti strettamente confidenziali.

Ora la questione è stata sollevata dal quotidiano Le Parisien (11/6) al quale alcune vittime, fuoriuscite dalla propria congregazione religiosa, hanno affidato la propria storia, per un’inchiesta sul tema.

In ogni caso, è molto importante che questo ennesimo vaso di Pandora si stia scoperchiando. "Ma si è solo all’inizio. Se una religiosa arriva a capire che non è lei la colpevole, non è lei ad aver sbagliato, ma il religioso perverso che ha abusato della situazione, sarà più coraggiosa nel denunciarlo. I carnefici avranno la vita molto più difficile se le vittime non solo parlano, ma si uniscono tra loro per difendersi."