Un uomo di 33 anni, Cesar Pastrana, condannato all'ergastolo per abusi sessuali su nove bambini, è stato ucciso in carcere durante una rissa con il compagno di cella nella prigione di stato di Hancock a Sparta, in Georgia. Pastrana stava scontando l'ottavo anno di reclusione quando è avvenuto l'incidente.

L'uomo era stato accusato di aver avuto contatti inappropriati con diversi minori che partecipavano a eventi ecclesiastici. Dopo la denuncia, altri bambini hanno raccontato di aver subito molestie da Pastrana, che era stato allontanato dalla chiesa ma ormai era troppo tardi.

Nell'atto d'accusa di Pastrana risultano 15 capi d'imputazione, tra cui quattro per molestie aggravate su minori, una per sodomia aggravata e 10 capi d'accusa per molestie su minori che coinvolgevano nove ragazzi di età inferiore ai 16 anni. Il primo abuso risale al 2007, l'ultimo a pochi giorni prima dell'arresto. Due dei nove bambini caduti nella sua rete erano suoi parenti e vivevano nella stessa casa, gli altri sette li ha conosciuti attraverso la chiesa.

L'uccisione del pedofilo in carcere è stata una notizia che ha suscitato diverse reazioni tra la popolazione. Da un lato, molte persone hanno espresso soddisfazione per la giustizia "sommaria" fatta al pedofilo, dall'altro ci sono state critiche riguardo alla mancanza di sicurezza nelle carceri e al fatto che l'ergastolano non abbia potuto pagare il suo debito con la società attraverso la giustizia.

Il caso di Pastrana solleva ancora una volta il problema della violenza sui minori e la necessità di combattere con maggior forza questa piaga sociale. È importante che il caso di Pastrana non venga usato come un'occasione per esercitare la giustizia sommaria, ma piuttosto per riflettere sulle cause che portano a questo tipo di comportamenti e cercare di prevenirli.