Militari multati sui treni: interrogazione in parlamento
Succede sempre di più frequente che vengano multati sui treni militari in servizio perché trovati sprovvisti di biglietto, malgrado la legge preveda per loro come per le forze dell’ordine l'esenzione dal pagamento quando sono in viaggio di servizio.
A denunciarlo è il principale sindacato delle forze armate, l ASPMI, che in comunicato denuncia questa pratica considerata illegittima: “I militari sui treni - scrive il sindacato - rappresentano un deterrente contro la criminalità e garantiscono la sicurezza per i cittadini, nonché una tranquillità lavorativa per gli operatori dei mezzi su rotaia”. A suffragare questa tesi, vi sono “gli indicatori dei cali dei microcrimini e l’aumento degli indici della sicurezza a bordo dei treni dimostrano che il connubio militari-deterrenza dà, quotidianamente, i suoi frutti”.
Sebbene garantiscano un servizio per il Paese, i nostri militari vengono ripetutamente multati dai controllori per non aver il biglietto di viaggio, nonostante siano in servizio e svolgano azioni di “deterrenza contro la criminalità”, e molto spesso sono proprio i Capo Treno a chiedere un loro aiuto per sedare situazioni di violenza e atti intimidatori che si verificano nelle diverse carrozze. “Di frequente assistiamo agli interventi dei militari a bordo dei treni per atti di violenza e per atti intimidatori a danno dei viaggiatori e tante volte sono chiamati proprio ad intervenire dai Capo Treno, attraverso annuncio in tutte le carrozze”.
Secondo quanto afferma ASPMI, da diverso tempo e nonostante “le varie sollecitazioni fatte a Trenitalia dall’Esercito, i controllori si ostinano a multare i militari che viaggiano sui treni, rispettando tutte le misure indicate nell’accordo quadro tra il Ministero della Difesa e la società, poiché, ergendosi ad analisti del settore sicurezza nazionale, determinano, in modo proprio, quando un militare è in servizio o meno”.
In poche parole, i controllori se ne infischierebbero dell’accordo quadro tra i due Enti. Il sindacato ricorda anche che la facoltà di stabilire se un militare sta viaggiando o meno per motivi di servizio “non è a carico dell’Ente Regione, né tantomeno delle aziende che esercitano il servizio di Trasporto pubblico locale, ma degli Enti da cui dipendono i fruitori della Libera Circolazione, che attestano il motivo di servizio e indicano quali spostamenti, compiuti dai propri dipendenti, sono finalizzati al servizio. Cosa che puntualmente fa ogni Comando Militare ai propri dipendenti attraverso una apposita dichiarazione”.
Il caso grazie ad una interrogazione promossa dal senatore di Fratelli d’Italia Giovan Battista Fazzolari finisce in Parlamento. "I recenti e numerosi casi di militari in divisa multati sui treni regionali perché sprovvisti del titolo di viaggio ci lasciano stupiti e indignati",
ha dichiarato in una nota il senatore Fazzolari, responsabile del programma di Fratelli d’Italia.
"Stupiti perché l'istituto della libera circolazione, previsto da leggi nazionali e ripreso da numerose leggi regionali, si applica proprio alle forze dell'ordine e ai militari in divisa che viaggiano per motivi di servizio. Indignati perché non si comprende la logica che sottende tali norme, che va individuata nel fatto che la presenza di militari in divisa aumenta la sicurezza reale e quella percepita a bordo dei treni e in generale dei mezzi del trasporto pubblico locale. Non comprenderlo è frutto di una visione totalmente miope, che va contro gli interessi dei cittadini e che ignora i sempre più frequenti casi di cronaca che raccontano di aggressioni o violenze nei confronti del personale in servizio o dei passeggeri, episodi spesso senza gravi conseguenze proprio per l'intervento di militari in viaggio sui convogli in questione. Fratelli d'Italia ha presentato un'interrogazione, a mia prima firma, ai ministri della difesa e delle infrastrutture per fare luce sui continui episodi di militari in divisa multati, chiedendo al governo di intervenire rapidamente per mettere fine a questa spiacevole vicenda, nell'interesse delle aziende del trasporto pubblico locale, delle forze dell'ordine e dei militari, e ancor di più per la sicurezza dei cittadini".