Il caso Centemero imbarazza i 5 Stelle
Il prossimo 22 dicembre il Movimento 5 Stelle ha annunciato lo #SpazzaCorrottiDay (sic!). I 5 Stelle saranno presenti nelle piazze con dei gazebo dove spiegheranno ai cittadini come cambieranno le cose per corrotti e corruttori a partire dal prossimo anno, grazie al ddl anticorruzione... nel caso prima o poi venga approvato!
Con la nuova legge ci saranno "pene più lunghe per i corrotti, poliziotti infiltrati per scovare i corrotti, trasparenza nel finanziamento ai partiti, Daspo ai corrotti e molto molto altro."
Avete notato quante volte i 5 Stelle hanno ripetuto il termine corrotti per promuovere l'iniziativa, come testimonia la frase precedente ripresa da un articolo pubblicato sul blog delle Stelle? Vuol dire che i corrotti sono dei nemici che vanno combattuti accanitamente, perché sono ancora presenti, numerosi, in Italia.
Ed in questo clima assume particolare importanza la vicenda del deputato Giulio Centemero, laurea in economia e commercio, commercialista e, soprattutto, tesoriere della Lega, indagato dalla Procura di Bergamo per finanziamento illecito ai partiti, mentre la Guardia di finanza di Genova, questa mattina, ha eseguito perquisizioni negli studi di due commercialisti di fiducia della Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, entrambi a Bergamo.
"Siamo certi che la Lega fornirà ulteriori chiarimenti sul caso Centemero", hanno dichiarato Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, capigruppo 5 Stelle di Camera e Senato. "Ci auguriamo che Salvini non minimizzi la vicenda.
Una cosa è doverosa dirla: da sempre ci battiamo contro i finanziamenti illeciti ai partiti, perché in un Paese civile non devono esserci interessi esterni a influenzare l'attività delle forze politiche presenti in Parlamento".
Allo stato dei fatti, però, il Movimento anticasta ed anticorruzione è alleato di Governo di un partito che ha indebitamente sottratto alle casse dello Stato 49 milioni di euro, di cui 30 non contabilizzati, ed il cui attuale tesoriere è stato indagato per finanziamento illecito.
Un bel paradosso, non c'è che dire, per un movimento che ha fatto la sua fortuna politica ripetendo ossessivamente, fin oltre il sopportabile, il termine onestà.