Politica

Nell'informativa sull'Ucraina Draghi ha parlato di cessate il fuoco, ma l'Italia continuerà ad inviare armi a Kiev

Giovedì, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, prima al Senato e poi alla Camera ha informato il Parlamento sui recenti sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, giunto ormai all'85esimo giorno.

Draghi ha parlato dell'attuale andamento del conflitto e dei costi umanitari, già adesso terribili, che lo hanno caratterizzato in termini di distruzione, vittime e sfollati, per poi passare alle conseguenze.

"Alla crisi umanitaria dovuta all'invasione russa rischia di aggiungersi una crisi alimentare. Russia e Ucraina sono tra i principali fornitori di cereali a livello globale. Da soli, sono responsabili di più del 25% delle esportazioni globali di grano. 26 Paesi dipendono da loro per più di metà del proprio fabbisogno. Le devastazioni belliche hanno colpito la capacità produttiva di vaste aree dell'Ucraina. A ciò si aggiunge il blocco da parte dell'esercito russo di milioni di tonnellate di cereali nei porti ucraini del Mar Nero e del Mar d'Azov.

La guerra in Ucraina minaccia la sicurezza alimentare di milioni di persone, anche perché si aggiunge alle criticità già emerse durante la pandemia. L'indice dei prezzi dei prodotti alimentari è salito nel corso del 2021 e ha toccato a marzo i massimi storici. La riduzione delle forniture di cereali e il conseguente aumento dei prezzi rischia di avere effetti disastrosi in particolare per alcuni Paesi dell'Africa e del Medio Oriente, dove cresce il pericolo di crisi umanitarie, politiche, sociali. La guerra ha avuto anche degli effetti significativi sul mercato energetico, aumentando l'incertezza.
I prezzi erano già molto alti anche prima della guerra, ma l'incertezza certamente è aumentata.

A causa delle difficoltà tecniche legate al conflitto, è stato interrotto il flusso di gas russo verso l'Europa attraverso il gasdotto Sokhranivka, da cui passa circa un terzo del totale. I prezzi restano comunque a livelli molto alti rispetto ai valori storici e sono soggetti a forte volatilità.

Fin dall'inizio dell'invasione, il Governo si è mosso con convinzione per sostenere l'Ucraina. Abbiamo stanziato oltre 800 milioni di euro in assistenza per i profughi. Circa 300 milioni fanno parte dell'ultimo Decreto Aiuti. Rafforziamo la capacità di accoglienza dei rifugiati e forniamo ai profughi l'accesso all'assistenza sanitaria pubblica. Siamo un Paese ospitale: lo stiamo dimostrando e intendiamo continuare a farlo. 

L'Italia ha inoltre stanziato 110 milioni di euro in sovvenzioni al bilancio generale del governo ucraino per la gestione dell'emergenza – a cui si aggiungono fino a 200 milioni in prestiti. Finanziamo con 26 milioni di euro le attività di varie organizzazioni internazionali attive in Ucraina e nei Paesi limitrofi.  Nel quadro del meccanismo europeo di protezione civile, è stato organizzato un trasporto umanitario di circa 20 tonnellate di materiali umanitari della Cooperazione italiana.  Il servizio nazionale di protezione civile ha donato beni come letti da campo, tende, medicinali e apparecchiature mediche all'Ucraina, e ha offerto assistenza anche a Slovacchia e Moldova".
 


Draghi ha parlato di cessate il fuoco...

"Per impedire che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi, dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati. È la posizione dell'Italia ed è un'aspirazione europea che ho condiviso con il Presidente Biden e i leader politici del Congresso durante la mia recente visita a Washington.

In questi incontri ho riscontrato un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana, fermamente ancorata nel campo transatlantico e dell'Unione Europea. Questa posizione ci permette di essere in prima linea, con credibilità e senza ambiguità, nella ricerca della pace.

Da questo punto di vista, il colloquio del Capo del Pentagono Austin con il ministro della Difesa russo Shoigu, avvenuto il 13 maggio, rappresenta un segnale incoraggiante. Si tratta della prima telefonata dall'inizio della guerra. [...]

L'Italia si muoverà a livello bilaterale e insieme ai partner europei e agli alleati per cercare ogni possibile opportunità di mediazione. Ma dovrà essere l'Ucraina, e nessun altro, a decidere che pace accettare. Anche perché una pace che non fosse accettabile da parte dell'Ucraina non sarebbe neanche sostenibile.

A fine giugno si terrà il Consiglio Europeo, nel quale affronteremo anche la questione dell'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea.
Come ho già detto in Parlamento, l'Italia è favorevole all'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea".

Ma non si è dimenticato anche di parlare (senza citarle!) di armi...

"A inizio luglio, sarò ad Ankara per il vertice bilaterale con la Turchia – il primo di questo tipo da 10 anni. In questo incontro discuteremo delle prospettive negoziali e diplomatiche del conflitto, e del rafforzamento dei rapporti tra Italia e Turchia.

Se oggi possiamo parlare di un tentativo di dialogo è grazie al fatto che l'Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra. L'Italia continuerà a sostenere il Governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l'invasione russa. Lo faremo in stretto coordinamento con i nostri partner europei.
Ne va non solo della solidità del legame transatlantico, ma anche della lealtà all'Unione Europea. Il Governo ha riferito più volte sul tema al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento".


E sanzioni...

"Al tempo stesso, dobbiamo continuare a mantenere alta la pressione sulla Russia attraverso le sanzioni, perché dobbiamo portare Mosca al tavolo dei negoziati. Le misure restrittive fin qui approvate dall'Unione Europea e dal G7 hanno già avuto un impatto significativo sull'economia russa, che sarà ancora più forte nei prossimi mesi.

Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, il prodotto interno lordo russo calerà dell'8,5% quest'anno, e il tasso d'inflazione raggiungerà il 21,3%. L'indice MOEX della Borsa di Mosca ha perso un terzo del valore rispetto a metà febbraio, prima dell'invasione. Per frenare la fuga di capitali, la Banca Centrale Russa ha alzato i tassi di interesse, che oggi sono al 14%, e ha introdotto controlli sui movimenti di capitali.
L'Unione Europea è al lavoro su un sesto pacchetto di sanzioni, che l'Italia sostiene con convinzione. La lista di interventi prevede misure legate al petrolio, restrizioni per alcuni istituti finanziari, l'ampliamento della lista di individui sanzionati".


L'impegno dell'Italia nella Nato e non solo...

"L'attività di deterrenza nei confronti della Russia comprende anche l'intensificarsi delle operazioni dell'Alleanza Atlantica. Il Comandante Supremo Alleato ha rafforzato il livello di risposta lungo il fianco orientale – uno sforzo a cui l'Italia contribuisce con 2.500 unità. Nel medio periodo, siamo pronti a rafforzare ulteriormente il nostro contributo in Ungheria e Bulgaria, rispettivamente con 250 e 750 unità, in linea con l'azione dei nostri alleati. 

Valutiamo infine la possibilità di sostenere la Romania nelle attività di sminamento marittimo del Mar Nero e la Slovacchia nella difesa anti aerea.
Il crescere della minaccia russa ha spinto la Svezia e la Finlandia a fare domanda per aderire alla NATO. L'Italia appoggia con convinzione questa richiesta, come ho avuto modo di dire ieri alla Premier finlandese Sanna Marin durante il nostro incontro bilaterale.

È necessario affiancare alla NATO una vera e propria difesa comune europea, complementare all'Alleanza Atlantica. Il primo passo deve essere la razionalizzazione della spesa militare in Europa, la cui distribuzione è inefficiente. Nel mio recente intervento al Parlamento Europeo di Strasburgo, ho lanciato la proposta di una conferenza europea che abbia l'obiettivo di iniziare un coordinamento per i nostri investimenti in sicurezza.

Migliorare le nostre capacità di difesa non basta per costruire una pace duratura, una coesistenza pacifica. Come ha detto il Presidente Mattarella, nel lungo termine servirà anche uno “sforzo creativo” per arrivare a una conferenza internazionale sul modello degli accordi di Helsinki del 1975.

Una volta ottenuto il cessate il fuoco e conclusi i negoziati tra Kiev e Mosca, occorrerà costruire un “quadro internazionale rispettoso e condiviso”, per usare le sue parole. Questa conferenza dovrà avere l'obiettivo, come fu per Helsinki, di avvicinare Paesi che oggi sono distanti e rendere duraturo il processo di distensione. 

Tra i principi di Helsinki c'erano il rispetto del diritto all'autodeterminazione dei popoli, il non ricorso alla minaccia o all'uso della forza contro l'integrità territoriale e l'indipendenza politica di qualunque Stato. Sono valori con cui l'Italia si identifica pienamente e che vogliamo vedere al centro della vita del continente europeo e del mondo. 

Il Governo ha intenzione di continuare a impegnarsi per far fronte anche alle altre crisi che derivano o sono aggravate dalla guerra in Ucraina.
Il conflitto ha messo in luce le fragilità della politica energetica degli ultimi anni e reso ancora più evidente la necessità di diversificare i nostri fornitori. Ci siamo mossi rapidamente per ridurre la quota di gas naturale che importiamo dalla Russia, che nel 2021 è stato circa il 40% del totale.

Il nostro obiettivo è non soltanto incrementare le forniture di gas naturale di cui abbiamo bisogno come combustibile di transizione, e insisto su transizione, ma anche investire in questi stessi Paesi per aumentare la produzione di energie rinnovabili. L'intesa che abbiamo firmato ad aprile con l'Algeria, ad esempio, prevede un sostegno allo sviluppo di energia rinnovabile e di tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio; 
prevede inoltre lo sviluppo di progetti di reti di trasmissione dell'energia elettrica in Algeria e di interconnessione elettrica tra l'Algeria e l'Italia.

Il Governo si è poi mosso con la massima determinazione per eliminare i vincoli burocratici che limitano l'espansione delle rinnovabili in Italia. 
L'energia rinnovabile resta infatti l'unica strada per affrancarci dalle importazioni di combustibili fossili, e per raggiungere un modello di crescita davvero, davvero sostenibile.

Il Governo continuerà in ogni sforzo per rendere questi investimenti più rapidi, per smontare, per distruggere le barriere burocratiche che impediscono gli investimenti. Oggi sono solo quelle. Le stime del Governo indicano che potremo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024. I primi effetti di questo processo si vedranno già a fine 2022.

Durante la mia visita a Washington ho condiviso con il Presidente Biden la strategia energetica italiana. Ci siamo detti d'accordo sull'importanza di preservare gli obiettivi sul clima – un impegno che l'Italia intende mantenere. [...]

Dobbiamo poi agire con la massima urgenza per evitare che il conflitto in Ucraina provochi crisi alimentari. Durante la mia recente visita negli Stati Uniti, ho discusso con il Presidente Biden dell'urgenza di un'azione coordinata - un tema sollevato anche dalla presidenza tedesca del G7.  Al Presidente ho chiesto sostegno per una iniziativa condivisa tra tutte le parti che sblocchi immediatamente i milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti del sud dell'Ucraina. 

In altre parole, occorre che le navi che portano questo grano siano lasciate passare e se i porti sono stati – come si dice - minati dall'esercito ucraino siano sminati a questo proposito. Tutte le parti in causa dovrebbero aprire in questo momento una parentesi di collaborazione per evitare una crisi umanitaria che farebbe morire milioni e milioni di persone nella parte più povera del mondo.  L'Italia ha promosso un Dialogo Ministeriale con i Paesi del Mediterraneo in collaborazione con la FAO, per delineare le misure d'intervento per la regione. Analoghe iniziative sono state prese dalla Francia, dalla Germania, dagli Stati Uniti. Ma forse la cosa più urgente è fare quello che dicevo prima".


Infine i ringraziamenti al Parlamento a cui ha anticipato che al momento non sono previste ulteriori dichiarazioni di voto sulla guerra in Ucraina...

Voglio infine ringraziare il Parlamento - la maggioranza e anche la principale forza di opposizione - per il sostegno che avete dato al Governo nell'affrontare questa crisi.  La risoluzione, approvata a larghissima maggioranza, che ha impegnato il Governo, tra l'altro, a:  sostenere dal punto di vista umanitario, finanziario e militare l'Ucraina; a tenere alta la pressione sulla Russia, anche attraverso sanzioni;  a ricercare una soluzione negoziale; ha guidato in modo molto chiaro l'azione di Governo e ha rafforzato la nostra posizione a livello internazionale. Il Governo intende continuare a muoversi nel solco di questa risoluzione.


Nel pomeriggio Draghi ha riunito il Governo a Palazzo Chigi per "comunicazioni". Come riporta l'Ansa, citando alcuni ministri, il Cdm si è reso necessario per "invitare" i partiti e tutto il governo a procedere con rapidità all'approvazione delle riforme che rappresentano il passaggio fondamentale per attuare il Pnrr, aggiungendo anche che si faccia ricorso allo strumento della fiducia qualora fosse necessario per i passaggi parlamentari.

Autore Carlo Airoldi
Categoria Politica
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