"Ieri siamo andati all'incontro con il Presidente del Consiglio e là erano presenti tutti i rappresentanti del Governo. Quella è la sede nella quale verrà avanzata la proposta di legge di stabilità".

Questo è quanto ha ribadito oggi il segretario della Cgil Landini in relazione alle convocazioni delle parti sociali, ieri a Palazzo Chigi ed oggi al Viminale, per parlare della prossima manovra.

Quello di ieri, come ha ricordato il premier Conte, era il terzo degli incontri tra Governo, parti sociali e associazioni di categoria per preparare la prossima manovra economica.

"Questo primo ciclo di incontri segna il recupero di un metodo condiviso per costruire la politica economica. È un metodo basato sulla convinzione che prima di decidere occorra conoscere a fondo i problemi e valutare le strategie di soluzione all'esito di un serrato confronto con i rappresentanti delle varie categorie produttive che contribuiscono a far crescere quotidianamente la nostra economia e a renderla sempre più solida.

Abbiamo dedicato l'appuntamento odierno alle misure per il lavoro e per il welfare. Se la prima fase della nostra azione di Governo si è concentrata sul contrasto al profondo disagio sociale che ha interessato le fasce più deboli della società in seguito alla crisi economica, ora intendiamo dare attuazione alla fase 2 della nostra agenda e realizzare un patto per la crescita e lo sviluppo sociale.

Su questo fronte intendiamo agire in quattro direzioni principali: la tutela della sicurezza sociale con particolare attenzione alle politiche per la natalità e la famiglia, per invertire il trend demografico avverso; le politiche attive del lavoro e il potenziamento di tutto il nostro sistema di formazione; la definizione di un quadro normativo favorevole alla competitività, che comprenda una organica riforma fiscale che comporti, tra le altre cose, anche una riduzione del cuneo fiscale; il sostegno agli investimenti privati e pubblici, essenziali per far crescere la produttività".

Come ha riassunto, la Cgil, quello che le è stato proposto ieri dal premier ufficiale del Governo, Giuseppe Conte? Questo è ciò che il segretario Landini ha dichiarato: "Noi vogliamo una proposta sulla quale discutere. Ad oggi non ho visto nulla, non c'è una proposta da parte del Governo. Hanno detto che a settembre ce ne presenteranno una".

Landini ha poi aggiunto che "negli incontri a palazzo Chigi abbiamo avanzato proposte su tutte le tematiche, abbiamo consegnato soluzioni per i problemi del Paese e abbiamo chiesto di essere ascoltati".

Quindi adesso non resta che la proposta di Matteo Salvini. Infatti, oltre al Governo ufficiale che si sforza di far credere di guidare il Paese, esiste anche un Governo in pectore costituito e rappresentato da un'unica persona, Matteo Salvini, che oggi ha convocato al Viminale le parti sociali per discutere della prossima legge di bilancio.

Matteo Salvini, in realtà, ha nel Governo l'incarico di ministro dell'Interno e di questioni economiche non può trattare, senza dimenticare che non può neppure dare un indirizzo politico, anche in campo economico, al Governo... non ne ha titolo.

Nonostante ciò, per la seconda volta, ha convocato al Viminale le parti sociali per parlare della prossima legge di stabilità. La Cgil, fortunatamente, stavolta ha partecipato con una delegazione e non con il segretario.

Nella pagliacciata odierna - considerando il contesto, di questo si deve parlare - secondo quanto anticipato dalle agenzie (in attesa della conferenza stampa) Salvini avrebbe detto che "ci vuole una manovra vera, con soldi veri per investimenti, opere pubbliche, infrastrutture", aggiungendo di esser pronto ad andare a contrattare la flessibilità necessaria con l'Europa per spendere su questi obiettivi". Il ministro dell'Interno che va a Bruxelles a fare le veci del premier!

Riferendosi poi alla scarsa crescita dell'Italia, Salvini avrebbe anche dichiarato che "la situazione del Paese presuppone una manovra che vada oltre la spesa corrente", e che servono "investimenti", con la manovra che non può ridursi ad un "gioco delle tre carte" e che gli sgravi non debbono essere recuperati con nuove misure.


Quando tale carnevalata, mascherata, pagliacciata - o comunque la si voglia chiamare - terminerà non è ancora possibile sapere. Quel che è evidente già fin d'ora è che sarà comunque troppo tardi, avendo oramai contribuito a screditare completamente le già poco credibili istituzioni italiane. Consisteva, pertanto, in questo il famoso cambiamento tanto propagandato?