Papa Francesco: dolore e vergogna per le atrocità commesse da persone consacrate
Lo Spirito Santo ci dia la grazia della conversione e l’unzione interiore per poter esprimere, davanti ai crimini di abuso, il nostro pentimento e la nostra decisione di lottare con coraggio.
Con queste parole inviate questo lunedì sul proprio account twitter, Papa Francesco ha annunciato la pubblicazione di una lettera, il cui destinatario è indicato nel "popolo di Dio".
Una lettera ai cattolici di tutto il mondo in cui il Papa condanna gli abusi sessuali commessi dal clero ed il tentativo di aver tentato di nasconderli.
"Con vergogna e pentimento - ha scritto il Papa - come comunità ecclesiale, ammettiamo" che "non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravità del danno che si stava causando in tante vite. Abbiamo trascurato e abbandonato i piccoli", facendo riferimento alle parole dell'allora cardinale Ratzinger scritte per la Via Crucis del Venerdì Santo del 2005: "Quanta sporcizia c'è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza".
"La dimensione e la grandezza degli avvenimenti esige di farsi carico di questo fatto in maniera globale e comunitaria" perché "se in passato l’omissione ha potuto diventare una forma di risposta, oggi vogliamo che la solidarietà, intesa nel suo significato più profondo ed esigente, diventi il nostro modo di fare la storia presente e futura, in un ambito dove i conflitti, le tensioni e specialmente le vittime di ogni tipo di abuso possano trovare una mano tesa che le protegga e le riscatti dal loro dolore."
"È imprescindibile che come Chiesa possiamo riconoscere e condannare con dolore e vergogna le atrocità commesse da persone consacrate, chierici, e anche da tutti coloro che avevano la missione di vigilare e proteggere i più vulnerabili. Chiediamo perdono per i peccati propri e altrui. La coscienza del peccato ci aiuta a riconoscere gli errori, i delitti e le ferite procurate nel passato e ci permette di aprirci e impegnarci maggiormente nel presente in un cammino di rinnovata conversione."
Nel testo della lettera, il Papa ha poi condannato il modo anomalo di intendere l’autorità nella Chiesa – molto comune in numerose comunità nelle quali si sono verificati comportamenti di abuso sessuale, di potere e di coscienza – indicato come "clericalismo, quell’atteggiamento che non solo annulla la personalità dei cristiani, ma tende anche a sminuire e a sottovalutare la grazia battesimale che lo Spirito Santo ha posto nel cuore della nostra gente. Il clericalismo, favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici, genera una scissione nel corpo ecclesiale che fomenta e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi denunciamo. Dire no all’abuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di clericalismo."
Una lettera, quella del Papa, che va intesa sia come condanna per quanto svelato dall'ultima inchiesta in America sugli abusi sessuali nelle diocesi della Pennsylvania, sia come atto concreto per rinnovare il concetto di tollerenza zero da parte della Chiesa rispetto al problema degli abusi prima del suo prossimo viaggio apostolico in Iralnda, dove questo fine settimana in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie che avrà luogo a Dublino.