In Italia sbarca chiunque ma per Salvini, Toninelli e Trenta il problema restano le Ong
Nella mattinata di domenica Lampedusa ha registrato un nuovo ennesimo sbarco autonomo con la polizia che ha rintracciato 21 tunisini che erano arrivati nella notte su una barca a vela, che ancora non si è riusciti a trovare.
Sabato, 3 tunisini, tra cui un minore, sono arrivati a Linosa.
Sbarco autonomo che si va ad aggiungere a quello - sempre di ieri - nel sud Sardegna, dove nel Sulcis 46 algerini, sono arrivati alla spicciolata, utilizzando diverse piccole imbarcazioni, tra Porto Pino e Sant'Antioco.
Venerdì scorso, una barca a vela era approdata sulle coste di Gallipoli, Lecce, abbandonando sull'isola di Sant'Andrea 62 migranti pakistani, tra cui 9 minori.
In due giorni oltre 130 migranti sono sbarcati sulle coste in Italia.
Nonostante ciò, tre ministri in scadenza di mandato, ormai dei disperati alla ricerca di qualsiasi appiglio che possa dar loro gli ultimi scampoli di visibilità, firmano e controfirmano decreti di divieto di accesso alle acque italiane per lo stesso numero di persone che, secondo loro dovrebbero finire i loro giorni in mare, in base a non si sa bene quale norma di legge, a parte quella già ampiamente bocciata dal capo dello Stato che fa riferimento al cosiddetto decreto sicurezza bis.
Dopo Mare Jonio ed Eleonore, a fare le spese della bollita trimurti del cambiamento è stata la nave Alan Kurdi, della Ong Sea-Eye, che ha tratto in salvo poco più di una decina di persone, recuperate nella Sar maltese, a bordo di un barchino che si stava dirigendo verso Lampedusa.
La Alan Kurdi si è diretta verso Malta e andrà a far "compagnia" alla Eleonore, in attesa da sei giorni di un porto sicuro con oltre 100 persone a bordo di una nave che non è in grado di ospitarne neppure la metà. Un "successone" per l'Europa e una "medaglia" per i tre ministri scaduti del morente governo del cambiamento che oltre a respingere i migranti si ostinano a respingere normalità, logica, buon senso e umanità.