Esteri

Nel nord della Siria si combatte nonostante la tregua, mentre aumentano le prove dell'uso del fosforo da parte dei turchi

Nonostante il cessate il fuoco che avrebbe dovuto entrare in vigore già da più di 24 ore, la Turchia questo sabato prosegue nella propria azione militare con attacchi anche sulla città di Ras Al-Ain, una delle due (l'altra èTel Abjad) che segna la linea di confine di 150 km lungo la quale avrebbe dovuto scattare la tregua concordata tra Erdogan e Pence.

Ras Al-Ain, una specie di nuova Kobane, è una città ormai in gran parte devastata dai bombardamenti, dove le Forze Democratiche siriane combattono casa per casa.

Sia venerdì che sabato, gli attacchi aerei e quelli via terra contro Ras Al-Ain e i villaggi circostanti sono proseguiti insieme ai saccheggi da parte dei miliziani islamisti, mentre l'ospedale è oramai inutilizzabile.

Neppure agli aiuti umanitari è concesso arrivare nella città. Venerdì, un convoglio civile di aiuti partito da Qamishli, del quale facevano parte tra gli altri medici (e medicinali) e giornalisti, ha dovuto fermarsi a due chilometri, nonostante la necessità di aprire un corridoio umanitario per l'evacuazione di feriti e civili.

Secondo quanto riporta l'agenzia ANF, l'amministrazione della regione di Cizire ha invitato la comunità internazionale a esercitare pressioni sulla Turchia affinché termini la sua campagna di genocidio contro i civili e aderisca al cessate il fuoco: "Gli attacchi turchi hanno ucciso 235 civili, tra cui 22 bambini, e feriti altri 677. Almeno 300.000 persone sono state sfollate a causa dell'aggressione. Ci sono corpi morti ancora intrappolati sotto le macerie e dozzine di civili sono in attesa di essere curati a Ras Al-Ain".

Solo nel pomeriggio odierno, la Mezzaluna rossa curda (Heyva Sor) e la Croce rossa internazionale sono riuscite ad entrare Ras Al-Ain per consegnare forniture mediche e recuperare i feriti dall'ospedale.

Nel frattempo, mentre in tutta Europa proseguono le manifestazioni a supporto del Rojava, aumentano gli indizi che la Turchia, in questi giorni, abbia fatto ricorso all'utilizzo di armi chimiche, in particolare bombe al fosforo, le cui conseguenze su bambini e adulti sono state riprese da immagini che parlano da sole.



L’esperto di armi chimiche britannico Hamish de Bretton-Gordon, ha dichiarato al quotidiano The Times: "Sembra che le ferite siano state provocate da fosforo bianco. Nelle ultime 24 ore mi sono state mostrate foto con ustioni di questo tipo più di quanto sia mai avvenuto in qualsiasi altra circostanza della guerra civile in Siria".

E sul cessate il fuoco non mantenuto, ma da lui pubblicizzato come un enorme successo, Trump che cosa ha detto? Finora nulla.

Autore Federico Mattei
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