"Da ieri Open Arms è sotto sequestro nel porto di Pozzallo a causa di numerose irregolarità scoperte dalla Guardia Costiera. Ma a processo ci vado io... Avanti a testa alta, il tempo è galantuomo."

Questa la logica social di Matteo Salvini che domenica annunciava ai suoi "seguaci" che la Open Arms era stata sequestrata. In realtà non è così. 

(«Procedura per nulla inusuale - dicono dalla Guardia costiera - si mandano gli specialisti da dove in quel momento sono disponibili») per un «Port State control»,

In una ispezione di bordo che la Guardia costiera definisce dovuta in base ai regolamenti internazionali per navi che non battono bandiera nazionale, dopo 17 ore di verifiche, sulla nave della ong sono state trovate "alcune deficienze nel campo della sicurezza della navigazione e della tutela dell'ambienta marino. Cose superabili, da rettificare facilmente".

Pertanto, nessun sequestro, ma un fermo tecnico in attesa che sulla Open Arms vengano effettuati gli interventi indicati, ma dalla ong non escludono che ciò non possa essere considerata una ritorsione:

Sull'argomento migrazione, al di là di vendette e ritorsioni, è intervenuta la ministra dell'Interno Lamorgese, in un a intervista rilasciata a Leggo, in cui dichiara che

"i flussi migratori vanno necessariamente gestiti con uno sforzo corale che dovrebbe sempre essere sottratto alla propaganda".  "Il fenomeno è complesso e l'approccio corretto per individuare soluzioni adatte a governarlo passa per forza dall'interlocuzione costante con i Paesi di partenza e di transito dei migranti e con l'Unione europea. Per questo presto andrò di nuovo in Libia e conto di ritornare in Tunisia anche con la commissaria Ue Johansson. Siamo inoltre impegnati a Bruxelles affinché l'Europa dia finalmente una grande prova di coesione, individuando, nel nuovo Patto Immigrazione e Asilo, un punto di equilibrio tra il principio di responsabilità e una effettiva solidarietà tra i Paesi membri"."Attualmente, nei centri di accoglienza sono presenti circa 9 mila immigrati in meno rispetto ad un anno fa. Nel 2020, nonostante il blocco dei voli causato per molti mesi dal lockdown, i rimpatri sono stati 3.847. Nei primi tre mesi e mezzo del 2021 le persone rimpatriate sono già 979, di cui 511 in Tunisia. Ed è sempre centrale anche il tema dei ricollocamenti dei richiedenti asilo sul quale continuo ad impegnarmi in sede europea: di recente, ad Atene, abbiamo sottoscritto con gli altri Paesi mediterranei del Forum Med5 – Grecia, Cipro, Malta e Spagna – un documento comune per chiedere alla commissione Ue di prevedere meccanismi operativi di solidarietà sulla base delle Intese definite a Malta. Quegli accordi, del mese di settembre del 2019, avevano prodotto immediati effetti positivi anche se poi i trasferimenti nei Paesi europei sono stati sospesi a causa della pandemia. Sui ricollocamenti dei richiedenti asilo sbarcati sulle nostre coste non possiamo attendere i tempi lunghi della trattativa sul nuovo Patto europeo Immigrazione e Asilo"."La percezione del fenomeno migratorio è legata all'intensità della polemica politica e già da parecchi mesi, anche prima che scoppiasse la pandemia, alcuni sondaggi hanno evidenziato che le preoccupazioni degli italiani sono altre. Il ministero dell'Interno è impegnato tutti i giorni per evitare che le comunità locali più esposte ai flussi migratori siano penalizzate da una pressione eccessiva, soprattutto ora che la situazione è resa più complicata dalla diffusione del virus".