Questo sabato ricorreva il 25.esimo anniversario della morte di don Pino Puglisi, ucciso a Palermo dalla mafia il 15 settembre 1993 nel quartiere di Brancaccio, lo stesso giorno e lo stesso quartiere in cui era nato 56 anni prima. Il 25 maggio 2013, la Chiesa lo dichiarò Beato.

Papa Francesco non poteva mancare questo appuntamento e così oggi è volato in Sicilia in visita pastorale alle diocesi di Piazza Armerina e di Palermo. Queste le parole del Papa pronunciate nell'omelia della Messa in memoria di don Pino Puglisi celebrata al Foro Italico di Palermo:

«Venticinque anni fa come oggi, quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: "C’era una specie di luce in quel sorriso".

Padre Pino era inerme, ma il suo sorriso trasmetteva la forza di Dio: non un bagliore accecante, ma una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore. È la luce dell’amore, del dono, del servizio.

Abbiamo bisogno di tanti preti del sorriso. Abbiamo bisogno di cristiani del sorriso, non perché prendono le cose alla leggera, ma perché sono ricchi soltanto della gioia di Dio, perché credono nell'amore e vivono per servire. È dando la vita che si trova la gioia, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere. [...]



Don Pino, lui sì, lui sapeva che rischiava, ma sapeva soprattutto che il pericolo vero nella vita è non rischiare, è vivacchiare tra comodità, mezzucci e scorciatoie. Dio ci liberi dal vivere al ribasso, accontentandoci di mezze verità. Le mezze verità non saziano il cuore, non fanno del bene.

Dio ci liberi da una vita piccola, che gira attorno ai "piccioli". Ci liberi dal pensare che tutto va bene se a me va bene, e l’altro si arrangi. Ci liberi dal crederci giusti se non facciamo nulla per contrastare l’ingiustizia. Chi non fa nulla per contrastare l’ingiustizia non è un uomo o una donna giusto. Ci liberi dal crederci buoni solo perché non facciamo nulla di male. [...]

Senti la vita della tua gente che ha bisogno, ascolta il tuo popolo. Abbiate paura della sordità di non ascoltare il vostro popolo. Questo è l’unico populismo possibile: ascoltare il tuo popolo, l’unico "populismo cristiano"... sentire e servire il popolo, senza gridare, accusare e suscitare contese.

Così ha fatto padre Pino, povero fra i poveri della sua terra. Nella sua stanza la sedia dove studiava era rotta. Ma la sedia non era il centro della vita, perché non stava seduto a riposare, ma viveva in cammino per amare.

Ecco la mentalità vincente. Ecco la vittoria della fede, che nasce dal dono quotidiano di sé. Ecco la vittoria della fede, che porta il sorriso di Dio sulle strade del mondo. Ecco la vittoria della fede, che nasce dallo scandalo del martirio. "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13). Queste parole di Gesù, scritte sulla tomba di don Puglisi, ricordano a tutti che dare la vita è stato il segreto della sua vittoria, il segreto di una vita bella.»


Successivamente, nel quartiere Brancaccio dove don Puglisi è stato ucciso, il Papa si è raccolto in preghiera davanti al medaglione di bronzo che segna il luogo dove è caduto il sacerdote dopo essere stato colpito a morte dal suo assassino, Giuseppe Grigoli, che agì per conto della mafia.

Poi, il Papa è salito nella casa museo dedicata a don Pino, insieme all'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. Ad attenderlo fuori dall'abitazione, i due fratelli del sacerdote, Gaetano e Franco Puglisi, con le mogli ed altri familiari.

Papa Francesco si è recato in visita privata anche nella parrocchia di san Gaetano, nel quartiere Brancaccio, dove don Pino è stato parroco per tre anni, prima di essere assassinato. Lì, Francesco ha lasciato un messaggio in cui ha scritto di proprio pugno: «Nel 25.mo della morte martiriale di Don Pino Puglisi ringrazio il Signore per la sua testimonianza, e chiedo che il suo sangue diventi chicco di nuova vita cristiana.»