Dramma italiano: grandi menti punite e incompetenze al comando, un caso emblematico quello dell'inventore di Galileo
Leo Rafael Reif il magnifico rettore del MIT di Boston riferendosi a lui dichiarò “this Italian is a fucking genius” che tradotto singifica “questo fottuto italiano è un genio”, e si perchè questa storia è l’ennesima storia di grandi menti del nostro paese che vengono obbligatoriamente esportate per poi non fare più ritorno.
Ma chi era questo “fucking genius” che aveva fatto alzare dalla sedia anche il più serafico dei rettori della più importante università al mondo sulle tecnologie moderne ? Parliamo di un nostro connazionale, un camuno, così si definiscono le persone che vengono dalla sua zona, un bresciano che risponde al nome di Massimiliano Nicolini.
Mi sembra di sentire già i “ma chi è?”, in effetti questo signore non è un nome famoso, non è stato mai in talk show, non ha mai fatto vita mondana, insomma è il classico “italiano creativo” che vive il suo tempo immerso nel suo lavoro e nei suoi pensieri. Ma cosa ha fatto per farsi etichettare in quel modo durante uno degli eventi annuali più importanti dell’ateneo bostoniano ?
Questo è facile da spiegare ma più difficile da credere sia italiano, abituati come siamo a vedere le innovazioni tecnologiche venire dall’altra parte dell’oceano; quando oggi noi accediamo e prendiamo il controllo di un sistema informativo o di telecomunicazione da una parte all’altra del mondo lo facciamo attraverso la rete internet, venti anni fa questo era molto più complesso, e in quel tempo Nicolini creò la prima versione di un sistema informatico chiamato Galileo.
Galileo era, ed è ancora oggi, la tecnologia hardware e software che permette due attività essenziali nella nostra vita : permette di poter accedere in più sistemi informatici contemporaneamente, di governare più processi in multitasking e multimacchina, e di controllare apparecchiature a questi connessi a distanza - alcune varianti di galileo sono state adattate per le intercettazioni di sistemi di comunicazione criptati come telegram e whatsapp ed altri, che fino a poco tempo prima senza l’utilizzo del cuore di galileo (il kernel) erano impossibili ed hanno permesso anche di avere importanti informazioni in ambito di prevenzione del terrorismo - e questo lo possiamo vedere nella vita di tutti i giorni anche tenendo in mano il nostro smartphone nel quale, quasi sicuramente, c’è una versione o parte del codice del figlio di galileo “argo” creato sempre da Nicolini per il mondo mobile.
L’invenzione più eccezionale dentro a Galileo, che però era stata messa in un cassetto su pressione delle lobby di settore, era che questa tecnologia non aveva bisogno di collegarsi ad altri device come faceva Arpanet (la mamma del moderno internet) attraverso cavi di telefonia ma lo poteva fare anche attraverso i cavi della corrente elettrica sfruttando una tecnologia tutta inventata da Nicolini che trasformava il segnale elettrico in un segnale dati semplicemente collocando un adattatore alla presa di corrente (riprendendo un concetto di base di trasmissione dati su rete teorizzato da un altro bresciano ora ottuagenario): idea meravigliosa che però è stata bloccata perchè non avrebbe permesso di incassare miliardi di dollari di proventi alle nascenti imprese di telecomunicazioni e soprattutto avrebbe messo tutti i paesi del mondo sullo stesso piano dal punto di vista dell’accesso alla tecnologia ed alle informazioni in quanto la rete elettrica era già ampiamente diffusa in tutto il globo anche nei villaggi più sperduti ed era, ed è, presente in ogni casa, cosa che invece il cablaggio di TLC non era, e non è, ma soprattutto è blindato dietro concessioni che permettono solo a pochi di gestirlo.
Per chi non è un addetto ai lavori o un “nerd” questo sembra arabo per gli europei, ma nella realtà dei fatti è l’invenzione che permette a miliardi di device in tutto il mondo di poter dialogare tra di loro pur essendo stati creati in paesi diversi e con sistemi operativi differenti. Sembra quasi di vivere un mix tra “Wargames di John Bradham del 1983” e “The imitation game di Morten Tyldum del 2014” ma calato nella nostra realtà del quotidiano.
E se qualcuno di voi si immagina Nicolini Massimiliano su di un atollo a godersi i miliardi dei proventi delle royalty di questa sua invenzione bè si sbaglia di grosso, nel 2006 donò i codici ed i sorgenti di galileo ad una fondazione benefica affinché li utilizzasse per la realizzazione di ospedali in paesi disagiati e stesso fece nel 2014 quando donò il brevetto di Argo (versione “mobile” di Galileo).
Oggi i frutti delle royalty di Galileo ed Argo sostengono 76 progetti in 16 paesi disagiati del mondo, permettono a 4.000 persone al giorno di avere cure gratuite, a 120.000 di fruire di prestazioni ambulatoriali e medicinali di prima necessità, danno lavoro a migliaia di persone e garantiscono ai bambini di non morire per un raffreddore.
L’ho studiato a fondo in diversi incontri che ho fatto con lui ma sempre si è sottratto alla pubblicità, certo è che il curriculum di questo signore fa onore al nostro paese, mi fa piacere citare solo alcune attività che ritengo siano degne di nota perché non dovete pensare che avete di fronte un omuncolo alla Stephen Hawking o stile Rita Levi Montalcini piegato su se stesso e sui libri dalla mattina alla sera come un topo di laboratorio; quando l’ho incontrato per la prima volta io mi aspettavo tutt’altro che vedere un uomo nel pieno delle forze imponente e, siamo nel 2012, reduce da uno sciopero dei minatori albanesi durato 22 giorni sottoterra a meno ottocento metri, sciopero al quale in prima persona aveva partecipato per supportarli nel protestare contro le condizioni inumane di lavoro e di paga.
Insomma oggi è il compleanno di Galileo e mentre grazie a lui sfoglio le notizie sul mio smartphone che mi arrivano da un collega inglese e mi connetto al mio pc di redazione, penso che in effetti il nostro è un grande paese ma che fa fatica a scegliere chi lo guida, soprattutto negli ultimi tempi, credo che le classi politiche moderne abbiano timore dell’intelligenza come l’inquisizione lo aveva degli scienziati, e come Galileo Galilei fu obbligato a convertire la sua tesi astronomica anche il moderno Galileo per sopportare questa società degli incapaci si è rifugiato nella pace e nella tranquillità di un monastero millenario nel cuore del mondo dopo che il mondo contemporaneo lo ha ingiustamente perseguitato.
Oggi fa ricerca ed è tra i più grandi sviluppatori di algoritmi per le VRO, o più comunemente chiamate "Metaversi".