Giustizia fatta di atti; ma non di fatti, nonostante la sentenza favorevole del tribunale civile etneo dello scorso novembre, che ordinava lo sgombero degli abusivi e la restituzione dell’immobile al proprietario Giuliano Castorina, presidente del comitato “Ridateci casa nostra!”. Ennesima fumata nera quella di giorno 20 nello studio designato dal tribunale in quel di Giarre per la mediazione inerente al convalidato sfratto, che intimava già il 27 novembre l’uscita da casa e dal B&B di via d’Amico 117 a Catania.
“Vi sono diverse case occupate, oggetto di sfratto; ma poche ovunque quelle, dove vi si lucra su tutto, perché ciò costituisce reato. – ha chiosato un indignato Castorina – Il procedimento è stato rinviato al 15 gennaio, giacché per l’ennesima volta 5 minuti dopo l’arrivo col loro vecchio avvocato ignaro di tutto arrivò una p.e.c. con la costituzione di un loro nuovo legale, probabilmente per prendere tempo, non rispettando nessuno e facendoci fare chilometri per una firma, malgrado il giorno prima la mia compagna abbia dato alla luce un bambino prematuro e pertanto allontanando il padre e tutti i legali di ambo le parti dai loro impegni, come se fosse un gioco. Stanco delle tante spese, ho chiesto a diversi agenti immobiliari di vendere casa; ma non possiamo arrivare a minacce di annunciati danni, che di fatto sono già avvenuti più volte a posti ed auto della mia famiglia”.
Castorina, esausto dopo svariate liti familiari (per la fiducia ed i soldi dati all’avvio di attività, di partita IVA, extra e professionisti, mai ritornati e, dopo essere passato un mese da quella, che doveva essere la sua restituita proprietà per decisione del magistrato, si sente preso in giro ed abbandonato dalle istituzioni: “Questa gente porta in esasperazione; ma noi non molliamo, perché non si può regalare un immobile percependo ultimamente una mensilità ogni tanto. Nell’avviare l’esecutorietà, non ho bloccato l’avvio di pratiche per controlli seri ed urgenti, dove lo Stato dovrebbe mostrare la sua forza e non un lasciar fare ciò che si vuole, come accade oggi tra ospiti non censiti ed estranei in casa nonché ancora nuovi arrivati, cosa che lamentavano pure i miei genitori, che avrebbero voluto vendere casa, quando erano in vita, e la signora promise libero accesso a loro per vederla e per la camera, sempre dove oggi alloggiano. Lancio un appello alle forze dell’ordine ad intervenire, perché questo sarà forse l’unico caso in Italia di casa occupata, dove si lucra e dove un padre ed un bimbo restano fuori dalla propria abitazione di proprietà, perché solitamente è il viceversa, che accade.
Diversi sono stati sui social agli attacchi per segnalare gli articoli condivisi; ma la libera informazione non può essere censurata, come non può essere vietato passare sotto la pubblica via che sembra essere ormai la loro strada privata a giudicare dalle minacce fatte al balcone durante l’ultima manifestazione. Mi è stato richiesto il togliersi dalla zona, che finiva male di molte situazioni e spesso non volevo sporgere neanche denuncia; ma ci portano a questo alle proteste, abbiamo sempre detto la realtà dei fatti, né calunnie, né diffamazioni, solo un riavere casa propria e che pagassero le utenze non fruite senza cercare sempre scuse per rinvii per non uscire da lì.
Non mi capacito e non abbiamo mai fatto nulla di male a queste persone; bensì credo che esistono altri immobili a Catania da poter affittare e fare i propri comodi. Di certo, fossi al loro posto, non avrei mai fatto una cosa del genere, ossia forzatamente restare, dove non posso e non vogliono più. A molti sembra che io pensi a queste persone, quando invece penso ai problemi, che mi sta creando anche ad anni di distanza”.
L’ultimo decreto sicurezza contiene un giro di vite sulle occupazioni abusive. Nel testo è previsto un reato specifico per questo tipo di comportamento: la nuova fattispecie si chiama “Occupazione arbitraria di immobili destinati a domicilio altrui” e stabilisce la reclusione dell’occupante abusivo da due a sette anni. Il nuovo reato però contiene anche una norma per accelerare lo sgombero degli immobili: se, infatti, l’occupante abusivo collabora all’accertamento dei fatti e lascia volontariamente lo stabile occupato, non verrà perseguito penalmente; ma solo civilmente per i danni arrecati.
La stretta contro le occupazioni abusive però non si ferma al carico della pena detentiva. La norma stabilisce anche che nel caso, in cui l’abitazione occupata sia l’unica a disposizione del proprietario, le forze dell’ordine, che hanno ricevuto la denuncia, avranno la possibilità di sgomberare direttamente l’immobile illegalmente occupato. Toccherà poi sempre a un giudice confermare o meno lo sgombero forzato. Un cambio di rotta deciso, che nelle intenzioni del governo dovrebbe servire non solo a bloccare le occupazioni abusive, ma anche l’odioso racket che vi sta dietro.
Sarebbe sufficiente l’applicazione di tali provvedimenti per alleviare le sofferenze di tante persone oneste, come Castorina, che chiede soltanto la restituzione alla sua legittima proprietà di immobili, frutto di sacrifici sofferti da lui e dalla sua famiglia.