Ogni giorno che passa, l'inondazione che ha colpito parte dell'Emilia Romagna si delinea sempre di più come una delle peggiori catastrofi naturali che abbiano mai colpito il nostro Paese.

Una conformazione del territorio pianeggiante e scarsamente drenante, una rete idrografica insufficiente e mal gestita, una cementificazione eccessiva e un'urbanizzazione selvaggia che hanno ridotto le aree verdi e le zone umide, una mancanza di manutenzione e di prevenzione dei rischi idrogeologici sono le cause che hanno amplificato l'intensa ondata di maltempo che ha portato piogge torrenziali e temporali, da "inizio maggio" dopo mesi di assoluta siccità, a causare l'inondazione di vaste aree di territorio con l'acqua che, in alcune zone, non riesce neppure a defluire, tanto che sono ancora molte migliaia le persone non in grado di ritornare nelle loro abitazioni, senza contare quelle che, per vari motivi, hanno deciso di rimanervi, portandosi però ai piani alti.

E mentre la Protezione Civile continua con le allerte meteo - ne è prevista una anche per domani 25 maggio sulla Bassa collina e pianura romagnola, sulla Pianura bolognese e sulla Costa romagnola per rischio idraulico che si aggiunge alle allerte arancioni per rischio idraulico e idrogeologico per la Collina bolognese e l'Alta collina romagnola - le autorità sanitarie hanno informato dei rischi sanitari legati al contatto con l'acqua stagnante, contaminata da reflui provenienti dai sistemi fognari, da sostanze chimiche, da rifiuti agricoli o industriali che potrebbero essere causa di malattie che vanno da infezioni gastrointestinali fino al tetano.

Il  ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, nell'informativa alla Camera sull'alluvione, ha detto che "è prevista l'assegnazione ai nuclei familiari" sfollati "di un contributo per l'autonoma sistemazione stabilito in 400 euro per i nuclei monofamiliari, 500 per le famiglie di due persone, 700 per quelle di tre, 800 per quelle di 4, fino a un massimo di 900 euro mensili per i nuclei composti da 5 o più unità. Qualora siano presenti portatori di handicap o disabili – ha precisato – è concesso un contributo aggiuntivo di 200 euro mensili per ognuno dei soggetti indicati".

Ma questi aiuti saranno sufficienti a risolvere il problema? Difficile crederlo, perché i danni diretti e indiretti provocati da inondazioni e "frane" sono ancora tutti da quantificare.

Stefano Bonaccini, presidente regione Emilia-Romagna: "[Sui danni] leggo cifre e numeri come giocassimo a tombola. Io sono abituato a non giocare a tombola di fronte alle tragedie. Non abbiamo ancora la stima dei danni, la faremo presto".

Intanto, il governo ha di nuovo iniziato a litigare su chi debba essere nominato commissario per la ricostruzione in modo da interfacciarsi tra regione ed esecutivo per stabilire rapidamente ciò che c'è da fare. Il ministro Musumeci ha detto che al momento non è una priorità, perché la nomina di Bonaccini (in genere è sempre il presidente di regione che viene nominato commissario) non va giù a Salvini, che vede nella tragedia un'occasione per guadagnare consenso politico.

Domani si recherà in visita in Emilia la presidente della Commissione Ue, Ursula Von Der Leyen, a cui Bonaccini chiederà l'attivazione del Fondo di solidarietà europeo come già accadde per il terremoto.