E' noto, ma è bene puntualizzarlo, che una nave mercantile salpa da un porto per un itinerario prestabilito imbarcando merce per il cui trasporto fa pagare un nolo, calcolato sui costi previsti per il viaggio necessario più l' utile che spetta all'armatore.

Se durante il viaggio la nave è obbligata a fermarsi per soccorrere naufraghi ha poi il diritto di sbarcarli al più presto nel porto sicuro più vicino, per poi riprendere il suo viaggio verso la destinazione prevista, allo scopo anche di non gravare eccessivamente sul costo del viaggio, i cui prezzi sono stati ormai fissati e spesso anche già percepiti. Inoltre, il prolungarsi della durata del viaggio potrebbe anche avere pesanti conseguenze in caso di carichi di merci deperibili. Non sempre questi rischi sono coperti da assicurazioni.

Ben diversa è la posizione di una nave ONG che è in mare senza una destinazione, ma in attesa dell'occasione per intervenire. Sulle modalità con cui si presenta l'occasione, allo stato attuale delle informazioni si può dire tutto e il contrario di tutto.

Quindi data la sostanziale differenza tra le due posizioni, è un errore madornale trattare una nave mercantile come fosse una nave ONG, ma come noto è proprio quello che sta accadendo in queste ore e che sicuramente indebolisce la posizione di fermezza verso l'Europa che questo governo intende perseguire.