Il contesto internazionale all'inizio del 2023 è caratterizzato da una moderazione generale delle pressioni inflazionistiche, dovuta alla diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici, che alimenta le aspettative di un aumento più graduale dei tassi di interesse nei principali paesi.

Così l'Istat introduce la sua consueta nota mensile sull'andamento dell'economia italiana relativa a gennaio 2023.

Il Pil italiano, secondo le stime preliminari, ha registrato nell'ultimo trimestre dell'anno scorso la prima variazione negativa dopo sette trimestri consecutivi di crescita. Il Pil corretto per gli effetti di calendario nel 2022 è aumentato del 3,9%, mostrando una dinamica superiore a quella della media dell'area euro.

L'indice destagionalizzato della produzione industriale, al netto delle costruzioni, nonostante il forte recupero congiunturale di dicembre (+1,6%), nel quarto trimestre è diminuito del -0,9% rispetto ai tre mesi precedenti.

A dicembre, il mercato del lavoro ha continuato a migliorare. Il tasso di occupazione è aumentato del +60,5% coinvolgendo quasi tutte le classi di età, uomini e donne. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,8%.

A gennaio, secondo le stime preliminari, l'inflazione al consumo è rallentata. Il differenziale dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) tra l'Italia e l'area euro, pur rimanendo positivo, è diminuito rispetto a dicembre.

Le indagini sulla fiducia dei consumatori e delle imprese a gennaio hanno fornito indicazioni contrastanti. La fiducia dei consumatori ha mostrato un peggioramento diffuso tra le sue componenti, mentre quella delle imprese è aumentata per il terzo mese consecutivo.