Nel campo inventato da Letta, qualunque sia il suo nome visto che Calenda ne ha uno diverso che propaganda come già acquisito, il Partito Democratico rischia di ritrovarsi da solo, in base ai veti incrociati delle forze politiche che erano state frettolosamente indicate coma parte della coalizione.

L'ultimo aut aut di Calenda (e Bonino) è riassunto in due punti definiti imprescindibili:

Candidature:
"Non un voto di +Europa e Azione può andare a persone che non hanno votato la fiducia a Draghi, che sostengono la necessità di abbandonare quella agenda o che hanno inventato partiti all'ultimo secondo. Se è vostro fermo desiderio candidare queste persone fatelo non negli uninominali, ma nel proporzionale. Del resto noi abbiamo preso l’impegno di evitare candidature difficili per gli elettori del Pd nei collegi uninominali".

Programmi:
"La nostra proposta per un’agenda repubblicana contiene tanti elementi che ci accomunano, dal salario minimo ai diritti. Ma su infrastrutture energetiche, revisione (non abolizione) del reddito di cittadinanza, politiche fiscali e di bilancio occorre trovare punti di compatibilità".

“Questi temi sono noti da giorni. Il tempo stringe. Ti chiediamo rapidamente una risposta".

E adesso Letta si deve pure sbrigare per imbarcare il 4,5% (molto teorico, perché mai misurato concretamente in una elezione distribuita su tutto il territorio nazionale). 

A parte Mdp di Speranza e Bersani, anche la sinistra di Fratoianni e Bonelli pone altrettanti veti alla presenza di Calenda... a meno che Letta non decida anche di imbarcare Renzi che, vistosi messo da parte, fa finta di ave deciso di correre da solo...  Naturalmente, pur di aumentare le possibilità di arrivare alla soglia del 3% non disdegnerebbe anche un'alleanza con Calenda e Bonino... ammesso che possano decidere di accettarlo.

In compenso, il Pd ha trovato un sicuro alleato in Luigi Di Maio che nato grillino, adesso rischia di morire democristiano.

Ieri, travestito da politico responsabile, si è presentato dall'Annunziata per annunciare la nascita (insieme a Bruno Tabacci) di Impegno Civico, precisando, a sprezzo del ridicolo, che

"rappresenta quel principio di responsabilità civica che anche Papa Francesco ieri ha evocato"!

"Ovviamente – ha poi aggiunto Di Maio – cito quelle parole perché il principio fondamentale di queste elezioni e di questa campagna elettorale anomala, per la prima volta di vota a settembre, deve essere il fatto che tutti quanti noi dobbiamo sentire la responsabilità di partecipare, non vale solo per i partiti che chiedono il voto, ma deve valere per tutti i cittadini, perché è un momento storico importante". 

"E voglio aggiungere una cosa", ha detto ancora Di Maio. "Quando io parlo di impegno civico, quando parliamo di impegno civico, ci rivolgiamo e domani presenteremo il nostro programma e il simbolo insieme a mondi della società civile e soprattutto insieme a tanti amministratori locali. Gli amministratori locali non sono degli sconosciuti per noi, sono gli eroi dei nostri territori che con ingegno, senza strumenti e senza fondi, hanno inventato soluzioni per migliorare la qualità della vita degli italiani, sarà una forza politica riformatrice, con grande attenzione alla transizione ecologica e digitale, che sono gli assi del Pnrr italiano". 

Quindi, Di Maio ha trovato un partito, sicuramente un simbolo e pure una presunta rappresentanza territoriale basata su sindaci che, non si sa bene quali e quanti, per quale motivo dovrebbero riconoscersi in Di Maio e Tabacci. C'è solo un particolare che non è chiaro. E gli elettori? Perché dovrebbero votare un partito che fino a ieri non esisteva ed il cui principali meriti dei suoi fondatori sono trasformismo e opportunismo?

Sicuramente Enrico Letta avrà una spiegazione anche per questo... ma ancora non l'ha fatta conoscere. L'unica cosa che ha detto al riguardo è che il seggio sicuro garantito a Di Maio (perché un seggio sicuro gli verrà comunque garantito) non è quello di Modena. Vuol dire solo che Di Maio verrà eletto in un altro collegio.

In tutto questo guazzabuglio inventato dalla lungimiranza politica di Letta, manca la ciliegina finale... cioè che sia colpa di Conte e dei 5 Stelle.