I due mondi di Matteo Salvini ovvero la realtà conveniente del segretario leghista
Come è ormai noto a chiunque, Matteo Salvini si occupa solo del mondo reale, il mondo dove accade solo ciò che serve a raccogliere voti... il resto del mondo, probabilmente per lui irreale, Salvini, di volta in volta, lo lascia ai professoroni, ai giornaloni, ai buonisti, ai comunisti, ai magistrati... insomma a tutti coloro che classifica come nemici o anche semplicemente come rompicoglioni.
Grazie a questa ripartizione, inutile chiedere al senatore segretario della Lega Salvini premier spiegazioni su che fine abbiano fatto i 49 milioni di rimborsi elettorali non dovuti presi dalla Lega, sul tentativo di Savoini di organizzare la vendita di una partita di greggio su cui fare la cresta per creare fondi neri, che avrebbero dovuto finire nelle disponibilità della Lega, sullo scandalo venuto a galla dalla vendita di un immobile alla Lombardia Film Commission che ha portato all'arresto di tre commercialisti legati alla Lega. A questo si aggiunga la scoperta dell'esistenza di una filiale di Ubi Banca, nella bergamasca, da cui sono transitati nel corso del tempo bonifici che il direttore non ha segnalato alla Banca d'Italia per le opportune verifiche anti riciclaggio, come invece avrebbe dovuto fare.
Non chiedete conto di queste cose a Salvini, perché vi dirà che intende occuparsi solo del mondo reale. Eppure anche queste cose non solo non sono irreali, ma sono pure importanti da conoscere e valutare per giudicare un partito e chi lo guida.
Ma se Salvini si rifiuta di dare spiegazioni, non per questo le inchieste non procedono e non per questo non finiscono per portare alla luce verità che la Lega non vorrebbe fossero rivelate.
E in relazione all'ultima inchiesta in corso, quella che ha portato all'arresto dei tre commercialisti, La Stampa, è venuta in possesso di una segnalazione di operazioni sospette, una Sos dell'Uif di Bankitalia del 2019, riportata in una informativa trasmessa lo scorso aprile dalla Gdf ai magistrati di Milano dove in un passaggio si sottolinea che "a fronte di fondi ordinati" dal partito e "dal Gruppo Lega Salvini premier" a favore di entità collegate sono stati disposti pagamenti a favore" di Luca Sostegni, presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri. Inoltre, a proposito si parla anche del caso, già emerso, della società Valdolive "impegnata nel settore pubblicitario, precedentemente di proprietà" di Vanessa Servalli barista e cognata di Alberto Di Rubba, uno dei tre commercialisti ai domiciliari da una settimana, che "ha ricevuto bonifici dalla Lega Nord, dalla Partecipazioni S.r.l. e dallo Studio Dea Consulting S.r.l", nomi ricorrenti nell'indagine milanese. "Tali fondi - si legge nella Sos - sono stati utilizzati per effettuare pagamenti in favore di alcuni membri dello staff" dell'allora ministro dell'interno Matteo Salvini, "Luca Morisi, Leonardo Foa, Matteo Pandini".
E adesso Salvini pensa ancora di non esser tenuto a dare spiegazioni?