Esteri

Dodici mesi di guerra brutale hanno trasformato la Striscia di Gaza in un irriconoscibile mare di macerie e in un cimitero per decine di migliaia di persone

"Un anno dopo l'orrendo massacro compiuto da Hamas e altri gruppi armati palestinesi nel sud di Israele, in cui morirono più di 1.250 persone e vennero presi in ostaggio 250 persone. Da quel giorno, il Medio Oriente sprofonda sempre più nei conflitti, nelle uccisioni e negli orrori più assoluti.Dodici mesi di indicibili sofferenze per gli ostaggi a Gaza, le loro famiglie lasciate nel limbo e una società profondamente traumatizzata. Dodici mesi di guerra brutale hanno trasformato la Striscia di Gaza in un irriconoscibile mare di macerie e in un cimitero per decine di migliaia di persone, tra cui troppi bambini.È trascorso un anno e non passa giorno senza che le famiglie di Gaza siano sottoposte a sofferenze indicibili, poiché sfollamenti forzati, malattie, fame e morte sono diventati la norma quotidiana per 2 milioni di persone intrappolate in un'enclave bombardata e assediata. Un anno di profonda perdita, dolore e sofferenza. Un anno di disumanizzazione e disprezzo del diritto internazionale; una caduta libera nella barbarie. A Gaza, i civili continuano a sopportare il peso della guerra. Sono stati uccisi più di 220 membri del team UNRWA: il più alto numero di morti nella storia delle Nazioni Unite.I bambini sono stati i primi e i più colpiti. Oltre alle uccisioni e alle ferite, ogni bambino di Gaza è traumatizzato, molti con cicatrici invisibili che durano tutta la vita. Più di 650.000 bambini stanno perdendo un altro anno di apprendimento. Invece di essere in classe, stanno setacciando le macerie nella disperazione e nella paura.La distruzione delle infrastrutture essenziali ha raggiunto livelli catastrofici. Oltre due terzi degli edifici dell'UNRWA sono stati colpiti e dichiarati inutilizzabili, la maggior parte dei quali mentre ospitavano sfollati sotto la bandiera delle Nazioni Unite. In Cisgiordania, i civili hanno continuato a sopportare distruzione, paura e ansia in mezzo a un'escalation e a un aumento delle operazioni da parte dell'esercito israeliano e degli scontri con i gruppi armati palestinesi. La povertà si sta aggravando mentre le persone perdono reddito e le restrizioni alla circolazione vengono rafforzate. L'estensione della guerra al Libano sta provocando devastazioni tra i civili, molti dei quali sono costretti a rivivere i traumi del passato.È tempo di coraggio: un accordo che possa finalmente garantire un cessate il fuoco e una tregua alle popolazioni di Gaza, del Libano, di Israele e della regione in generale. È tempo di deporre le armi dopo decenni di uccisioni e immenso dolore. È giunto il momento di rilasciare tutti gli ostaggi e di affidarli alle loro famiglie, che stanno vivendo un'incertezza insopportabile. È giunto il momento di garantire un flusso regolare di aiuti umanitari di base, anche per gli affamati e i malati di Gaza.Non ci sono vincitori nelle guerre. L'unica via d'uscita è attraverso una soluzione diplomatica e pacifica.È tempo di guarire le ferite. È tempo di scegliere la pace!"

Questa la dichiarazione diffusa oggi dal Commissario generale dell'UNRWA (l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente), Philippe Lazzarini.

Le parole di Lazzarini resteranno lettera morta. Anzi, erano già lettera morta nel momento stesso in cui sono state pubblicate, perché Israele non ha alcuna intenzione di fermare questa guerra, visto che i suo scopo - dichiarato dagli atti - è quello di un conflitto totale nella regione, convinto che potrà uscirne vincitore, per poi annettere a Israele l'intero territorio della Palestina. 

Infatti in queste ore, oltre ad aver anticipato la volontà di attaccare l'Iran, l'esercito israeliano continua l'invasione del Libano e gli omicidi a Gaza, che non si fermano nonostante più volte ci sia stato detto che Hamas risulti ormai sconfitto.

E Stati Uniti ed Europa, che non hanno alcuna intenzione di far ragionare Israele, tanto che neppure ipotizzano di rivolgersi alla parte dialogante di quello Stato, finiscono per far rinsaldare le alleanze in senso anti-occidentale in quella parte di mondo, come conferma il faccia a faccia tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente della Repubblica islamica dell'Iran Masoud Mezikian a margine dell'incontro internazionale su pace (!!!) e sviluppo ospitato dal Turkmenistan il prossimo 11 ottobre, cui prenderanno parte anche i presidenti di Kazakistan, Kirghizistan, Mongolia, Tagikistan, Uzbekistan e di alcuni altri paesi.

È impossibile auspicare la pace quando si continua a promuovere la guerra, anche in maniera così sfacciata come sta accadendo adesso.

Autore Monica Maggiolini
Categoria Esteri
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