La commissione sulla gestione della pandemia non è ancora stata digerita da Giuseppe Conte che, nelle scorse ore, è tornato sull'argomento con la seguente "riflessione", titolata CHI HA PAURA?

In questi giorni i Fratelli d'Italia e i loro sodali anche renziani, per lavarsi la coscienza, stanno martellando i social e gli organi di stampa con una filastrocca ripetuta a memoria: Conte ha paura della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Covid. In realtà, se c'è qualcuno che ha paura di una Commissione che conduca un'indagine seria e approfondita sul Covid sono loro. Sì, proprio loro.

E lo sapete di cosa hanno paura? Di una Commissione Covid che si occupi anche di come le Regioni - quasi tutte in mano al centrodestra - hanno gestito la pandemia e la sanità territoriale, dagli ambulatori, agli ospedali, alle RSA.

Sapete di cos'altro hanno paura? Di una Commissione che indaghi sulle cause che hanno portato allo sfascio della sanità pubblica, con il risultato che in quel drammatico 2020 ci siamo ritrovati in ginocchio dopo anni di tagli e mancati investimenti - da parte dei Governi precedenti - su ospedali, posti-letto, terapie intensive, personale sanitario.

La prova di questa loro paura? Nel fatto che hanno approvato un perimetro di indagine che tiene rigorosamente fuori la gestione pandemica regionale e tutte le cause delle carenze del servizio sanitario nazionale accumulate negli anni.

La prova che noi non abbiamo nessuna paura? Nel fatto che abbiamo subito chiarito alle forze di maggioranza e ai renziani: inseriamo nel perimetro di indagine della Commissione anche le filiere di comando regionali e territoriali, specifichiamo che l'indagine possa estendersi anche alle reali cause che hanno portato a questo sfascio sanitario e anche noi, del M5S, voteremo la legge istitutiva di questa Commissione.

Io ho conosciuto la paura. Quando ci siamo scoperti indifesi, fragili, con un sistema sanitario a pezzi, con un virus sconosciuto, senza mascherine e respiratori, con decessi che crescevano giorno dopo giorno secondo una curva che pareva inarrestabile, io ho provato, forse per la prima volta nella mia vita, cos'è la paura. Ma l'ho subito ricacciata via perché sapevo che non potevo permettermi di avere paura.
Avevo la responsabilità di difendere la mia Patria, in cui ero cresciuto e di cui ero diventato la massima autorità di governo.

In quei giorni, guardandomi dentro, ho compreso il significato più profondo del pensiero di Georges Bernanos: è “la paura della paura che modella il viso dell'uomo coraggioso”.

Non ho mai affermato di essere infallibile. Ma so di aver dato tutto, col massimo impegno, con la massima responsabilità. Questo sì.
Quando quasi ogni giorno ho cercato di spiegare ai giornalisti e convincere i cittadini sulle ragioni di scelte difficilissime. Quando ci siamo assunti la responsabilità di mettere a terra 130 miliardi in un anno e mezzo per l'emergenza di ospedali, lavoratori, imprese. Quando, nonostante l'acqua alla gola, ho detto no al Mes e ai tagli dell'austerità per lanciarmi nell'impresa che pareva impossibile di portare 209 miliardi in Italia. Quando ho bloccato i licenziamenti in Italia - caso quasi unico in Occidente - nonostante le resistenze di una parte del Paese.

Cari avversari politici: ma non vi accorgete di essere ridicoli? Come posso essere intimorito da voi se sono entrato a testa alta in tutte le Aule di Tribunale che hanno indagato sulle ragioni delle mie scelte? Come posso essere intimorito da voi se tutti i magistrati che sin qui si sono pronunciati - all'esito di indagini che sono durate anni e hanno acquisito migliaia di documenti e testimonianze - hanno riconosciuto che le decisioni che ho adottato sono state ponderate, ragionevoli e del tutto adeguate all'emergenza affrontata?

Non ho nessuna paura di voi. Ma mi preoccupa fortemente la vostra codardìa.

Mi preoccupa un Presidente del Consiglio che scappa continuamente anche dalle più semplici conferenze stampa e dai giornalisti per non rispondere alle domande degli italiani. Cittadini che magari vorrebbero sapere delle tante giravolte di questi mesi e del perché sono stati presi in giro sulla balla del blocco navale per anni, mentre ora gli sbarchi sono più che raddoppiati con il Governo dei patrioti.

Mi preoccupa un Presidente del Consiglio che fa video da leonessa sui social ma diventa agnellino nei vertici europei e internazionali, in cui viene portata a spasso per mano, seguendo quello che hanno già deciso gli altri su economia e guerra. Senza mai far sentire la voce degli italiani.

Mi preoccupa un Presidente del Consiglio che non ha il coraggio di far dimettere dal Governo i suoi amici di partito Santanchè e Delmastro, perché tiene più alla sua cricca che alla “Patria” di cui tanto si riempie la bocca.

Mi preoccupa un Presidente del Consiglio che, nascondendosi dietro lo schermo delle “fonti Chigi”, conduce un gravissimo attacco ai magistrati che svolgono il proprio dovere, accusandoli di avere addirittura aperto la campagna elettorale per le elezioni europee.

Mi preoccupa un Presidente del Consiglio che rinvia di mese in mese le decisioni per non prenderle, come sul Mes. Che, dovendo decidere se rinnovare l'accordo coi cinesi, non mette al centro l'interesse nazionale, ma ha solo in testa di non scontentare gli amici americani.

Mi preoccupa un Presidente del Consiglio che non ha il coraggio di prendere i soldi da multinazionali che collezionano - grazie alla crisi - ingenti extraprofitti per redistribuirli alle famiglie alle prese con caro-vita, caro-mutui e caro-affitti.

Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia e sodali vari, vi invito a rileggere Shakespeare: vana è questa vostra corsa se la vigliaccheria vi insegue e la prodezza fugge.