News calcistiche sul Napoli del 14-01-2025
MISTER Z - Napoli: le bandiere nel calcio non esistono, salvo eccezioni
NAPOLI - I calciatori non sono tifosi delle squadre nelle quali giocano. E’ una amara verità cui è difficile riuscire ad abituarsi ma con la quale chi ama il calcio è costretto prima o poi a fare i conti.
Le "bandiere" non esistono, tranne casi eccezionali (a memoria ricordo solo Totti, Franco Baresi e per certi versi Del Piero, gente che avrebbe avuto a disposizione tappeti rossi per andare in qualsiasi società avesse voluto e che ha sempre rifiutato di prendere in considerazione il trasferimento). Anche se si vedono un po’ su tutti i campi calciatori baciare la maglia o accarezzare il simbolo della società di appartenenza dopo aver segnato un gol, è solo un gesto istintivo dovuto alla gioia effimera di quel momento. Quel che conta per chi lavora con il pallone sono principalmente i soldi, i sentimenti lasciano quasi sempre il tempo che trovano.
Queste non sono critiche che erroneamente si potrebbe immaginare, dati i tempi, che io voglia rivolgere al presunto transfuga Kvaratskhelia. Sono solo serene osservazioni della realtà che ci circonda. D’altro canto, mi domando, se a qualcuno di noi venisse offerto di recarsi a Parigi per andare a firmare un contratto di lavoro che prevede per uno svariato numero di anni introiti di 8 o 9 o 10 o più milioni di euro netti, che cosa farebbe? Personalmente, se fosse questa una conditio sine qua non richiesta dalla società nella quale mi appresto a trasferirmi, ci andrei anche a piedi fino a Parigi per firmare quel benedetto contratto.
Ho sentito e letto da molte parti critiche a De Laurentiis per avere per troppo tempo rinviato la trattativa con il georgiano per il rinnovo contrattuale, circostanza che sarebbe alla base della sua decisione di andar via. Il presidente del Napoli continua a ritenere che quando un calciatore firma un contratto debba poi onorarlo fino in fondo per tutto il periodo per il quale si è impegnato. Si tratta, è evidente, di una visione un po’ sui generis visto che a un ragazzo di 20 anni che arriva in un club da semi sconosciuto e che grazie alle sue capacità e alla sua bravura in pochi mesi diventa un calciatore appetito da tutte le più grandi squadre d’Europa non si può chiedere di continuare a essere trattato economicamente come una promessa di belle speranze fino a scadenza degli accordi sottoscritti.
Questa è una visione sentimentale del calcio che è del tutto fuori dalla realtà. Peraltro il rispetto dei contratti è stato spesso considerato dal Napoli (vedi il caso Lozano) una questione unilaterale, nel senso che riguarda sempre i calciatori e invece non riguarda sempre la società. Tuttavia nel caso di Kvara credo che tutto questo gran parlare, questo interrogarsi su quali siano stati i motivi che hanno spinto il giocatore a desiderare di sfilarsi di dosso la maglia azzurra sia soltanto una perdita di tempo. Vale quanto detto prima: Kvaratskhelia non è un tifoso del Napoli, è semplicemente un professionista che dal suo punto di vista giustamente vuole andare a giocare dove lo pagano di più. E’ già successo in passato. Cavani, Lavezzi, Higuain, Jorginho, Kim, Osimhen e perché no, anche Hamsik. E’ tutta gente che ha fatto il grande salto nel momento ritenuto più favorevole e più opportuno, senza pensarci troppo su. Ora ce la vogliamo prendere con Kvaratskhelia?
Io piuttosto gli augurerei buon viaggio e buona permanenza in Francia. Che poi possa avere anche successi professionali nel meno qualificato e meno prestigioso tra i cinque più importanti campionati del continente europeo, francamente è cosa che ci interessa poco o niente. Ricordate la metafora "A nemico che fugge ponti d’oro”? E’ attribuita a Scipione l’Africano, mitico Generale romano e nella sua esplicazione originale ("Hosti non solum dandam esse viam ad fugiendum, sed etiam muniendam”) letteralmente vuole significare che al nemico non solo bisogna concedere una via di fuga, ma anche rendergliela sicura. Non ci rimane che sperare prima o poi di ritrovare Kvara nel Psg in una partita di Champions e di rifilare a lui e ai suoi nuovi compagni di squadra un sonoro mazziatone per prenderci una bella rivincita, ovviamente nel senso sportivo del termine.
Diverso è il discorso sui destini del calcio, uno sport sul quale imperversa in maniera ormai esasperata il potere economico di chi ha a disposizione cifre di denaro stratosferiche e che si vuole prendere lo sfizio di investirle nel pallone. Lo sceicco proprietario del Psg lo stipendio annuo di Kvaratskhelia lo copre estraendo petrolio dal sottosuolo del Qatar per un quarto d’ora o forse una ventina di minuti. Che problemi volete che abbia per prendere chi vuole e portarselo a Parigi? Quello che sta accadendo con sceicchi, magnati e fondi internazionali è chiaramente la rovina del calcio.
Il Palazzo ha tentato di reagire in passato al diffondersi di questo cancro in maniera un po’ goffa e poco incisiva (mi riferisco al fair play finanziario di Platini). Ma l’illusione è durata molto poco perché, come al solito, fatta la legge è stato trovato subito l’inganno. La verità è questa: o Fifa, Uefa e Federazioni nazionali si convinceranno che è necessario introdurre in maniera seria un tetto salariale per i giocatori o prima o poi il calcio finirà per non far divertire più nessuno. Spero ardentemente di non vedere mai il giorno in cui rimarrò indifferente a una partita di pallone.
Mario Zaccaria
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L'OPINIONE - Baiano: "Kvara? Se ha chiesto la cessione la società fa bene a venderlo"
A "1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Francesco Baiano, allenatore ed ex calciatore di Napoli, Fiorentina ed Empoli:
La Fiorentina sembra essere in difficoltà nell'ultimo periodo. Cosa sta accadendo alla squadra di Palladino?"Il mio modesto parere è che la squadra ha perso equilibrio da quando ha perso Bove. Non dimentichiamoci che Bove è un centrocampista che giocava sull'esterno e, quando non aveva palla, andava a fare il terzo centrocampista. Giocando in questa maniera, secondo me, la squadra non può permettersi di non avere due centrocampisti in mezzo al campo come Gattuso, ma ha due palleggiatori. Quando perdi palla, è normale che la squadra vada in difficoltà, perché giochi con quattro attaccanti davanti. Ripeto, da quando è venuta a mancare la solidità di Bove, questa squadra ha perso equilibrio. Toccherà a Palladino trovare le giuste contromisure".
Le faccio la domanda del giorno, che riguarda anche il suo ruolo da calciatore: qual è la sua opinione sulla questione legata a Kvaratskhelia?"La mia opinione è che Kvara, se davvero chiede la cessione, è giusto che la società prenda una decisione. Non mi sembra che il Napoli stia facendo lo stesso campionato dell'anno scorso visto che è primo in classifica, è normale che la società faccia delle valutazioni. Per quanto riguarda Kvara, se a gennaio chiede la cessione, è chiaro che è un giocatore che si sente di passaggio non può fare bene. È meglio avere un giocatore motivato che resti, piuttosto che uno che pensa solo a trasferirsi a giugno. Il georgiano ha dimostrato di essere un grande giocatore, ma è anche normale che, dopo il primo anno di successi, i difensori abbiano capito come fermarlo. Non è più il giocatore che incantava come nel primo anno dello scudetto. Da quel momento, non è stato più lo stesso, perché i difensori lo hanno raddoppiato e triplicato. Inoltre, questa situazione ti lascia pensare che Kvara stia pensando di lasciare il Napoli non solo per colpa sua, ma anche per come sono andate le cose a livello di contratto. E sinceramente, dopo lo scudetto, non è giusto che un giocatore del suo calibro guadagni solo un milione o un milione e tre. Questo è un trattamento che non rende giustizia al valore di un giocatore come lui".
Secondo lei, chi è il vero Kvaratskhelia? Quello che ha overperformato con Spalletti o quello che abbiamo visto nei due anni successivi?"È una via di mezzo. Non era quello del primo anno, perché quando è arrivato al Napoli, nessuno lo conosceva veramente. E questo è stato un vantaggio per lui. Le squadre non sapevano come marcarlo, gli allenatori non sapevano cosa aspettarsi, quindi giocava spesso uno contro uno. E lui, nell'uno contro uno, ti salta 8 volte su 10. Poi, l'anno dopo, gli allenatori hanno visto i filmati e hanno capito che bisognava raddoppiarlo. Questo è un aspetto che lui non ha mai capito pienamente: quando giocare uno contro uno e quando no, passando la palla. Khvicha non ha mai capito quando doveva evitare l'uno contro uno, e questo lo ha limitato. Per me, il vero Kvara è quello che deve riuscire a fare la differenza anche quando viene raddoppiato. La vera differenza tra un campione e un giocatore normale è proprio questa".
IL PARERE - Gautieri: "Chiesa è un fenomeno, farei follie per lui, Garnacho è un investimento"
A "1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carmine Gautieri, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli, Atalanta e Roma:
Nella sua lunga carriera, le è mai capitato di vedere un calciatore così importante come Kvaratskhelia abbandonare una squadra che, attualmente, è al primo posto?"Abbandonare è sempre una scelta pesante. Sicuramente si tratta di una decisione difficile da prendere. Rispetto moltissimo il Napoli e il giocatore. Parliamo di un ragazzo che aveva altre ambizioni e ha scelto di seguire il suo percorso. Penso che, in questa operazione, ci guadagnino sia lui che il Napoli, sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello motivazionale. Quando un giocatore non vuole più rimanere, è giusto che vada via. A volte, dalla perdita di un elemento così importante possono nascere situazioni positive che inizialmente non si immaginavano. Il Napoli ha in casa un possibile sostituto all’altezza: David Neres. È un giocatore straordinario. Ha avuto poche opportunità inizialmente, perché c’erano delle gerarchie definite con Kvara e Politano, ma ogni volta che subentrava faceva la differenza. Penso che, con la cessione del georgiano, il Napoli potrebbe rinforzarsi ulteriormente, magari con un nuovo acquisto di qualità. Inoltre, situazioni come questa offrono spazio a profili già in rosa, come Neres".
Quindi, secondo lei, anche senza intervenire sul mercato, il Napoli è pronto per affrontare le 18 partite che restano da giocare?"Per vincere un campionato servono alternative valide. Nel caso specifico, per il ruolo servirebbero almeno quattro esterni affidabili. Il Napoli, con il suo gioco, necessita di ricambi all’altezza, specialmente per chi subentra a partita in corso. È una caratteristica del gioco di Spalletti. Però, in generale, credo che la squadra sia in una buona posizione per competere fino alla fine".
È giunta voce di una possibile apertura del Liverpool al prestito di Federico Chiesa. Secondo lei, sarebbe un affare?"Sicuramente sì. È un giocatore che conosce bene il calcio italiano e ha dimostrato di poter fare la differenza. Sarebbe un innesto importante per una squadra che vuole competere ad alti livelli. Certo,ha un ingaggio importante, ma penso che Chiesa abbia ancora molto da dare, e una soluzione del genere potrebbe rivelarsi ideale per tutte le parti coinvolte. Ritengo Federico un fenomeno, per cui farei follie per lui".
Farebbe follie anche per Garnacho?"Garnacho è un talento straordinario. Bisogna però capire se si cerca un giocatore per un impatto immediato o per una prospettiva futura. È un investimento, ma richiede una valutazione attenta. Se si vuole costruire per il lungo termine, allora può essere la scelta giusta, ma nell’immediato non conosciamo quale potrebbe essere il suo impatto".
Che tipo di gara si aspetta sabato sera a Bergamo tra Atalanta e Napoli?"Mi aspetto una gara completamente diversa dalle altre. L’Atalanta gioca uno contro uno a tutto campo, mentre il Napoli ha un approccio diverso. Sarà una partita complicata per entrambe le squadre. Il Napoli dovrà vincere i duelli individuali e conquistare le seconde palle per portare a casa un risultato positivo. Altrimenti, l’Atalanta, con il suo stile di gioco aggressivo, può far male".
Secondo lei, è la stessa Atalanta dell’andata, che batté il Napoli 3-0?"Sì, sono certo che sia la stessa squadra. L’Atalanta alterna momenti di grande forma a periodi di calo, ma questo è fisiologico. Gasperini continua a fare un grande lavoro, e la sua squadra ha una precisa identità".
È soddisfatto del lavoro di Ranieri a Roma?"Ranieri è un allenatore esperto e capace. Dove arriva, riesce sempre a risollevare situazioni difficili. È una persona straordinaria, in grado di fare la differenza non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano. Chapeau per quello che continua a dimostrare".
GAZZETTA - Napoli, Manna e Conte credono molto in Billing, lui scalpita per l'Atalanta
Come riporta La Gazzetta dello Sport, Giovanni Manna e Antonio Conte credono molto in Philip Billing, nuovo centrocampista del Napoli: "Billing scalpita e a Bergamo dovrebbe arrivare la prima convocazione per il nuovo acquisto del Napoli. Oggi inizierà a lavorare con la squadra: Manna e Conte credono fortemente nelle sue qualità".
CORRIERE DELLA SERA - Napoli, entro mercoledì si chiude la cessione di Kvaratskhelia al PSG
Secondo Il Corriere della Sera, Khvicha Kvaratskhelia, attaccante del Napoli, è sempre più vicino al PSG: "Kvaratskhelia si prepara a lasciare Napoli, fra oggi e domani il club dello sceicco del Qatar conta di chiudere definitivamente l’operazione per il trasferimento del georgiano alla corte di Luis Enrique al PSG. Il Napoli e il Paris Saint Germain sono vicini all’accordo economico per 75 milioni. I colloqui sono continui: il giocatore spinge per lasciare Napoli. Conte si è già rassegnato alla sua cessione individuando in Garnacho dello United il sostituto ideale. Chiesa, che a Liverpool sta vivendo un’esperienza in chiaroscuro, è una possibilità di fine mercato, non un’alternativa allo spagnolo".