Crisi di onnipotenza
Attualmente il grande pericolo che ogni individuo sta correndo è la perdita della sua libertà individuale di pensare, di avere una propria opinione perché insidiate da una cattiva informazione pilotata ad arte per indurlo a abbracciare il pensiero unico proposto dai comunicati stampa dei vari politici nazionali ed internazionali e dagli organi di informazione ormai in mano a degli editori che hanno troppi interessi che collidono con “verità scomode”.
In questi due ultimi anni eventi macroscopici e tragici hanno travolto le nostre vite, le preoccupazioni e le paure sono riemerse dal profondo a minacciare una visione oggettiva delle situazioni che si sono presentate sullo scenario mondiale ed europeo.
Si pratica l’ostracismo nei confronti di chi va alla ricerca delle ragioni che hanno determinato la guerra in corso tra la Russia e l’Ucraina quando l’opinione unica è stata concentrata su un aspetto gravissimo ma fuorviante: hanno trasformato questo tragico evento in uno “spettacolo in diretta” della sofferenza di chi vi si trova coinvolto personalmente considerando i lutti, la sofferenza e la paura un patrimonio esclusivo di una delle due parti. Invece non è così!
Oggi noi che apparteniamo alla moltitudine di coloro che non contano ma che pagano le conseguenze di scelte che non ci appartengono dobbiamo diventare degli ascoltatori attenti. Lasciamo fuori la confusione emotiva suscitata dalle immagini, facciamo tacere in noi la ridda di voci di coloro che hanno assaltato la nostra interiorità per tutto questo tempo attraverso i media, impariamo ad ascoltare e cerchiamo di ascoltare quello che hanno detto e che stanno dicendo coloro che contano perché troveremo le reali ragioni che hanno scatenato questa tragedia (e tante altre tragedie che non hanno avuto l’onore della ribalta perché non faceva comodo).
Durante un colloquio avvento nel 1990 tra James Baker allora Segretario di Stato americano e il Presidente Michail Gorbaciov quest’ultimo ricevette ampie assicurazioni che la NATO non si sarebbe espansa neanche di centimetro oltre i territori dei dodici paesi alleati.
Ma il colloquio che veramente influì sul futuro della Russia avvenne il 22 ottobre 1993 tra il Segretario di Stato americano Christopher Warren e il Presidente Boris Eltsin in relazione al Partenariato per la Pace tra Occidente e Russia che:” (….) avrebbe incluso la Russia insieme ai Paesi europei in un nuovo patto alternativo all’allargamento della NATO”.
Ma l’Occidente e soprattutto gli americani non intendevano assolutamente concludere un accordo del genere infatti nelle sue “memorie” l’ex segretario di stato Warren affermò che “Eltsin aveva frainteso il suo discorso nel quale si specificava che il problema dell’allargamento si sarebbe posto più avanti”.
Nel “più avanti” di Warren l’unica cosa certa è stata l’espansione della NATO fino ai confini della Russia. Se veramente ci fosse stata una seria intenzione di costruire un futuro diverso, gli stati europei occidentali non avrebbero dovuto permettere agli americani un’ingerenza del genere che aveva sin dall’origine una finalità dirompente nei confronti della Russia.
Ho già parlato del disastro provocato dai luminari liberisti americani in affiancamento agli economisti russi e degli scandali finanziari che hanno portato l’economia sovietica allo sfascio infatti una volta gravemente indebolita fu avviato il reclutamento dei paesi dell’ex Patto di Varsavia che confluirono nella NATO creando una spaccatura e un isolamento della Russia.
Arriviamo ai nostri giorni, inizia l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Zelensky spalleggiato dagli USA e dall’Inghilterra vuole vincere la guerra contro un nemico oggettivamente più forte, penso che molti si sono meravigliati di come era organizzata bene la difesa ucraina, oltre all’esercito venivano armati anche i civili che con l’uso delle armi avevano abbastanza dimestichezza: è più facile sparare su di un soldato russo che porta la divisa però diventa un crimine farlo sui civili ucraini armati e addestrati dalla NATO & C. per non parlare della quantità di armamenti messi a disposizione non solo dagli americani ma dai principali Paesi del Patto su indicazione di un Biden in preda ad una crisi di onnipotenza frustrata.
C’è da domandarsi chi sono le reali parti in causa in questa guerra inoltre che interessi perseguono? L'Ucraina è quella che deve fornire la "carne da cannone"; i Paesi del Patto sobbarcarsi la crisi umanitaria che ne sta derivando, finanziare la guerra fornendo armamenti, rinnovare gli arsenali acquistandoli dagli americani, andare in recessione se non in default com'è prevedibile per l'Italia e tanti altri paesi nel mondo a basso reddito. Chi ne esce bene sono gli USA, più potenti e ricchi di prima.
Basta leggere le dichiarazioni rilasciate dopo la missione a Kiev avvenuta domenica scorsa dal segretario di Stato, Antony Blinken, e il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, una missione coperta dalla massima riservatezza.
Il segretario della Difesa americano Austin ha dichiarato che “gli Stati Uniti vogliono vedere la Russia ‘indebolita’ al punto che non possa più lanciare guerre e neppure ricostituire in tempi brevi i suoi arsenali, Mosca ha già perso molte delle sue capacità militari e molte truppe”.
Durante i colloqui con Zelensky, Blinken e Austin hanno ribadito che gli States aiuteranno l’Ucraina a vincere la guerra contro la Russia a tal scopo aumenteranno gli aiuti militari all’Ucraina con altri 700 milioni di dollari così ripartiti, 300 milioni destinati a Kiev per acquisire sul mercato gli armamenti di cui ha bisogno; il resto andrà ai quindici paesi alleati dell’Ucraina che hanno già fornito aiuti militari e che ora hanno bisogno di ripristinare le loro scorte. Il presidente Biden ha nominato Bridget Brink ambasciatrice degli Usa in Ucraina e alcuni diplomatici statunitensi si preparano a tornare a Leopoli. Nel frattempo per un motivo o per un altro sfumano i corridoi umanitari proposti dai russi per evacuare i civili.
Di rimando Putin accusa l’Occidente di volere spaccare la società russa e di distruggere la Russia dall’interno, riferendosi alle sanzioni afferma che “l’economia russa ha le capacità per operare stabilmente e senza difficoltà anche nel nuovo contesto”.
Un altro segnale estremamente preoccupante è il vertice straordinario iniziato questa mattina nella base americana di Ramstein in Germania a cui stanno partecipando i ministri della Difesa di quaranta Paesi su invito degli Stati Uniti per affrontare il problema ucraino, dal numero degli intervenuti la riunione ha compreso anche paesi non appartenenti alla NATO. L’appello è stato rivolto a tutti quei paesi che condividono l’intento americano di difendere l’Ucraina, il portavoce del Pentagono John Kirby sottolinea: “L’obiettivo è quello di riunire le parti interessate di tutto il mondo per una serie di incontri sulle ultime esigenze di difesa di Kiev e garantire che la sicurezza e la sovranità dell’Ucraina siano rispettate e sviluppate”.
Per concludere, durante la riunione il ministro della Difesa Christine Lambrecht, ha dichiarato: «Lavoriamo insieme ai nostri amici americani nell’addestramento di truppe ucraine ai sistemi di artiglieria su suolo tedesco. Sappiamo tutti che in questo conflitto l’artiglieria è un fattore essenziale».
In tutto questo tempo non ho mai sentito parlare di negoziati, non credo che questi vertici porteranno alla pace. Gli americani vogliono una Russia prostrata, senza difese, senza armi, economicamente annientata, senza identità e valenza politica. Gli Stati Uniti vogliono propinare una buona dose della loro democrazia alla Russia come hanno fatto in Iran, Iraq e …