La "sorprendente" sentenza del collegio di garanzia della Corte d'Appello di Cagliari sulla decadenza di Alessandra Todde da presidente della regione Sardegna
Il collegio di garanzia della Corte d'Appello di Cagliari ha dichiarato decaduta la presidente della regione Sardegna, Alessandra Todde, a causa di una serie di irregolarità che lei avrebbe commesso in relazione alla rendicontazione delle spese elettorali nelle ultime elezioni regionali.
L'ordinanza, datata 20 dicembre 2024, ma notificata lo scorso 3 gennaio, sancisce la decadenza di Alessandra Todde da consigliere regionale e, pertanto, da presidente della Regione. Il provvedimento di dieci pagine è stato firmato dalla presidente della Corte d'Appello Gemma Cucca e adottato dai consiglieri effettivi Dario De Luca e Francesco Alterio (consiglieri della Corte d'Appello di Cagliari), Salomè Bene (supplente, giudice Tribunale minorenni) Riccardo Fercia, (docente universitario) e Roberta Asuni e Tullio Conti (dottori commercialisti),
Secondo quanto dichiarato dal collegio regionale di garanzia, la decadenza sarebbe stata determinata da una serie di presunte irregolarità amministrative, tra cui la mancata nomina di un mandatario elettorale, l'assenza di una bolletta di "ben" 153 euro tra i documenti presentati e altre osservazioni tecniche legate alla rendicontazione delle spese elettorali, per la cui inosservanza alla presidente Todde è stata comminata anche una sanzione amministrativa di 40mila euro.
Todde ha precisato che, in base alla normativa vigente, la nomina di un mandatario elettorale è obbligatoria solo in caso di contributi esterni o spese superiori a una certa soglia:"Non ho ricevuto contributi esterni né superato i limiti di spesa previsti. Ho affidato tutto al mio comitato elettorale, che risponde alla Corte dei Conti e non al collegio di garanzia," ha affermato.
La presidente ha ribadito che la rendicontazione delle spese elettorali era stata regolarmente presentata e resa pubblica sul sito del Movimento 5 stelle con cui si è candidata. Tuttavia, il collegio ha avanzato rilievi successivi, ai quali Todde e il suo legale hanno risposto con una memoria difensiva:"Abbiamo risposto nel merito, fornendo estratti conto e tutta la documentazione necessaria," ha spiegato.
Nonostante ciò, il collegio ha emesso un'ordinanza che dichiara la sua decadenza, suscitando perplessità da parte della presidente. "Sul merito sono serena; per quanto riguarda la forma, sarà compito dei professionisti chiarire ogni aspetto," ha commentato.
Todde ha sottolineato che l'ordinanza del collegio è un atto amministrativo, non una decisione definitiva. Secondo la normativa, infatti, solo il Consiglio regionale può dichiarare la decadenza di un presidente, previa istruttoria della giunta delle elezioni. "Resto nel pieno dei miei poteri e continuerò a lavorare per i sardi," ha dichiarato.
Gli atti relativi alla vicenda sono stati trasmessi anche alla Procura di Cagliari, ma Todde si è detta pronta a confrontarsi con i magistrati per spiegare ogni dettaglio. "Sono disponibile a collaborare e chiarire la situazione," ha affermato.
Le opposizioni della destra (post) fascista hanno invitato Todde a dimettersi, sostenendo che la vicenda mina la sua credibilità. La presidente ha respinto le accuse, riaffermando la sua determinazione a proseguire il mandato:"Ciò che interessa ai sardi è la sanità e la legge finanziaria, ed è su questo che sto lavorando. Sono a tutti gli effetti la presidente della Sardegna e continuerò a esserlo finché le istituzioni competenti non decideranno diversamente.
La vicenda resta aperta e sarà ora la magistratura ordinaria a esprimersi sulle contestazioni mosse alla presidente, mentre sarà il Consiglio regionale a dover esaminare il caso e decidere se procedere o meno con la decadenza.