Il futuro è donna?
È inutile rivestire le elezioni politiche di nobili intenti, sostanzialmente sono un mercato dove i candidati offrono il loro prodotto: una confezione esteticamente elegante ma che in realtà contiene bei discorsi per ottenere dagli elettori il loro voto ma ciò che verrà concretamente realizzato scaturisce dagli accordi conclusi con i gruppi che dominano i mercati finanziari ed economici.
Quest’anno le elezioni presidenziali americane hanno attratto l’attenzione di tutti e a buon ragione! La scelta del capo della Casa Bianca e il programma politico ed economico che intende realizzare non si rifletterà solo sul popolo americano ma anche sulle nostre esistenze. In particolare l’Italia è sempre stata un soggetto passivo della politica estera di questa potenza economica e militare, non solo, abbiamo dovuto sottostare alle interferenze anche degli “alleati” europei dal dopo guerra fino ad oggi. L’Italia ha subito la democrazia americana in nome di una falsa libertà e di un benessere economico che ci fu concesso dal Presidente Kennedy, poi ci è stato imposto di svenderlo per farci regredire al ruolo di “servi in cerca di padrone”.
L’America rimane comunque un paese dalle profonde contraddizioni ma ha sempre posseduto un’energia che le ha permesso di rinnovarsi e progredire. La straordinaria innovazione del 2020 consiste che la seconda carica più prestigiosa della nazione più potente della terra è rivestita da una donna, di colore, di origine indo-americana: Kamala Harris che rappresenta il meglio del femminile per la sua fortre personalità e la sua grande esperienza maturata sul campo.
Leggendo la sua biografia emerge una persona “naturalmente” dotata di principi democratici che li ha valorizzati attraverso studi giuridici e la sua carriera lavorativa come procuratrice. Ha dimostrato una costante coerenza nell’esercizio dei suoi mandati dimostrando un impegno civile nell’affrontare le problematiche sociali che ogni giorno si presentavano alla sua attenzione. È una persona alla quale difficilmente sfuggono i particolari.
Conclusi i suoi studi universitari, nel 1990 fu assunta come vice procuratrice distrettuale della Contea di Alameda dove dimostrò subito di essere una persona di valore, nel 1994 fu nominata in due importanti commissioni statali fino al 1998 quando il procuratore distrettuale di San Francisco Terence Hallinan la assunse come assistente procuratrice distrettuale dove divenne capo della Career Criminal Division che si occupava di casi di omicidio, rapina e violenza sessuale coordinando l’attività di cinque procuratori. Si scontrò con l’assistente del procuratore, Darrel Salomon sulla Proposititon 21 che dava ai procuratori l’opzione di processare i minori dinanzi ad un tribunale penale ordinario escludendo il tribunale per minori. La Harris fece una campagna di sensibilizzazione che le costò un arretramento di carriera: vista la situazione Kamala dette le dimissioni. Nell’agosto del 2000 intraprese una nuova attività presso il Municipio di San Francisco lavorando come procuratrice distrettuale: gestendo la Family and Children’s Services Division si distinse patrocinando casi di maltrattamento e di abbandono di bambini.
Fu nel 2002 che la Harris decise di candidarsi alla carica di procuratrice distrettuale sfidando il suo ex capo Terence Hallian e il procuratore della difesa Bill Fazio: era la meno conosciuta tra i candidati ma considerata “brillante, alacre e qualificata” doti guadagnate onestamente. Allo scopo chiese aiuto ai suoi amici tra i quali la famiglia Getty (tristemente famosa in Italia per il sequestro di Paul Getty J. che fu restituito senza un orecchio) occorrevano 150.000 dollari per la campagna elettorale, fu formato un comitato che raccolse molti fondi e la Harris involontariamente spese 211.000 dollari: sforando il tetto massimo incorse nelle maglie della Ethic Commission che la sanzionò pesantemente e la obbligò a pubblicare a sue spese inserzioni per informare gli elettori di aver commesso tale sbaglio. La Harris si assunse tutta la piena responsabilità e dichiarò: “Leadership non è il fatto di essere perfetti. Leadership significa assunzione di responsabilità”. Riuscì ad arrivare al ballottaggio. Il procuratore uscente incriminò Prentice E. Sanders - il primo nero che divenne capo della polizia cittadina - ed altri poliziotti per aver ostacolato la giustizia: secondo l’accusa avevano dissimulato i reati commessi da tre poliziotti fuori servizio coinvolti in una rissa per una borsa di fajita (un piatto tipico tex-mex di bocconcini di carne, cipolle e altre spezie). Sanders dovette dimettersi ma il procuratore Hallian dopo un mese dovette ritirare le accuse perché non poteva dimostrare “l’accordo criminale”. L’ex capo della polizia di San Francisco fece causa e ottenne una sentenza di innocenza, Hallian perse la sua credibilità e in America questo costa caro.
Lo staff della Harris convinse la Commissione Centrale dei Democratici californiani composta da 24 membri tra i quali la senatrice Dianne Feistein e l’allora capo della maggioranza Nancy Pelosi ad appoggiarla. Kamala aveva impostato la sua campagna elettorale con la finalità di rivoluzionare lo stereotipo della donna di colore e organizzò il suo ufficio elettorale a Bayview, il quartiere più isolato di San Francisco. Adottò una strategia comunicativa estremamente efficace evidenziando le carenze di risultati del procuratore uscente, lo accusò di gestire male il suo incarico promuovendo persone non idonee, calpestando il principio della meritocrazia e insabbiando le denunce di illeciti dei procuratori. Lo accusò di non aver fatto abbastanza per arginare la violenza e l’uso delle armi soprattutto dei quartieri più poveri della città e gli rimproverò la sua propensione ad accettare il patteggiamento nei casi di violenza domestica (che prevede una riduzione della pena). Dal mio punto di vista, la cosa più importante che le fa onore è che ha mantenuto la promessa di non chiedere mai la pena di morte infatti durante i suoi mandati la pubblica accusa non ha mai chiesto la pena di morte questo però non escludeva che la richiedesse la giuria che era la sola che poteva deliberarla. Divenne la prima procuratrice distrettuale di colore in California. Al rinnovo della carica nel 2007 la Harris fu l’unica candidata.
Nel corso della sua lunga carriera ha organizzato molte commissioni per studiare approfonditamente varie problematiche di interesse generale allo scopo di mettere a punto le strategie più appropriate per migliorare le condizioni delle classi più fragili, esposte alla violenza e alla dispersione scolastica. Ha conseguito enormi risultati nel campo della difesa dell’ambiente dal 2015 al 2016: ha ottenuto transazioni plurimilionarie dalle principali compagnie petrolifere CHEVRON, BP, ARCO, PHILLIPS 66 e CONOCO PHILLIPS per i danni prodotti dalla perdita di greggio fuoriuscito dalle petroliere e per danni prodotti dagli impianti sul territorio; la VOKSWAGEN AG ha transatto per 14,7 miliardi di dollari per aver aggirato le norme sui limiti di emissione, facendo arrivare nelle casse dello stato della California ben 1,8 miliardi e altri 86 milioni di dollari per sanzioni civili.
Nell’ambito delle strutture giudiziarie ha introdotto innovazioni e migliorato il funzionamento del settore investigativo della polizia giudiziaria. Ha combattuto la brutalità usata dalla polizia durante gli arresti, gli abusi di potere e la violazione dei diritti civili dei cittadini soprattutto di colore.
Attraverso l’esperienza accumulata durante la sua lunga carriera e immergendosi con passione nei problemi della gente ha acquisito una profonda conoscenza delle varie problematiche investono la società americana, questo non vuol dire che non abbia commesso degli errori, ma ha dalla sua parte il coraggio delle sue idee e la costanza per affermare i principi in cui crede.
Obama è stato un presidente preminentemente “attivista” ma quando doveva trattare con il senato mandava Biden che era e rimane un grande mediatore. Oggi gli americani hanno un presidente mediatore e una vice presidente attivista, dotati entrambi di grande esperienza, costituiscono a mio avviso un binomio atto ad affrontare uno dei periodi più difficili in assoluto non solo per il loro paese ma per tutti.
Il partito democratico americano ha perso due occasioni preziose: Al Gore e Hillary Clinton. Con Al Gore alla presidenza i problemi climatici sarebbero stati affrontati molti anni fa e la situazione in cui siamo oggi sarebbe stata prevenuta: ancora non si è preso coscienza della catastrofe che ci sta travolgendo. È il partito democratico che ha permesso a Trump di diventare presidente boicottando la Clinton senza delle valide ragioni.