Si chiamava Dvir Sorek ed abitava nell'insediamento di Ofra, in Cisgiordania. Dopo che ne era stata denunciata la scomparsa nella serata di mercoledì, il suo cadavere è stato trovato nelle prime ore di giovedì vicino a Gush Etzion, località sempre all'interno dei Territori Occupati.

Dvir Sorek era un giovane colono israeliano che viveva in uno dei tanti insediamenti voluti da Isreale in territrio palestinese.

Che cosa sia accaduto al giovane studente yeshiva non è ancora stato accertato. Probabilmente, è stato vittima di un rapimento finito male. In passato, gli ebrei rapiti nei Territori Occupati sono serviti come merce di scambio per liberare i palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane.

Anche se adesso è probabilmente molto più difficile - rispetto al passato - pensare di poter nascondere qualcuno in Cisgiordania per lungo tempo, le forze di difesa israeliane ritengono probabile che questa fosse l'idea iniziale alla base del rapimento di Dvir Sorek. Poi qualcosa deve essere andato storto e il ragazzo è stato ucciso.

La notizia ha trovato ampio spazio sui media italiani, perché ad essere ucciso è stato un ragazzo israeliano. Se invece, ad essere ammazato fosse stato un palestinese, nessuno ne avrebbe parlato.

Come nessuno di quei media ha parlato di un altro fatto che riguarda la Cisgiordania, relativo alla decisione di Israele di voler costruire oltre 2300 nuove unità abitative negli insediamenti presenti nei Territori Occupati, nonostante la risoluzione 2334 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che indica tali insediamenti come contrari al diritto internazionale.

Senza poi dimenticare che decisioni simili non fanno altre che aumentare ulteriormente la tensione già presente, oltre a compromettere gravemente le condizioni per una pace giusta e duratura tra israeliani e palestinesi basata su una soluzione a due Stati.

Evidentemente, i diritti dei palestinesi - almeno per i media italiani - sono ampiamente subordinati a quelli degli israeliani.