Il primo ministro Benjamin Netanyahu - riporta una nota del governo israeliano -ha parlato oggi con il presidente francese Emmanuel Macron.Il Primo Ministro ha detto al Presidente Macron che si oppone a un cessate il fuoco unilaterale, che non cambierebbe la situazione della sicurezza in Libano e riporterebbe il Paese al suo stato precedente. Ha sottolineato che Israele sta operando contro l'organizzazione terroristica Hezbollah per impedirle di minacciare i cittadini israeliani al confine settentrionale e per consentire loro di tornare alle loro case in sicurezza.Il primo ministro Netanyahu ha chiarito che Israele non accetterà alcun accordo che non preveda quanto sopra e che non impedisca a Hezbollah di riarmarsi e riorganizzarsi. Il Primo Ministro ha anche affermato di essere rimasto sconcertato dall'intenzione del Presidente Macron di ospitare a Parigi una conferenza sulla questione del Libano, con partecipanti come il Sudafrica e l'Algeria, che si stanno adoperando per negare a Israele il suo diritto fondamentale all'autodifesa e, di fatto, negare il suo stesso diritto a esistere.

Ma il primo ministro Netanyahu deve aver inghiottito a fatica le argomentazioni di Macron, perchè successivamente ha diffuso la seguente nota: 

Ricordiamo al Presidente francese: non è stata una decisione dell'ONU a fondare lo Stato di Israele, ma la vittoria ottenuta nella Guerra d'Indipendenza con il sangue dei nostri eroici combattenti, molti dei quali erano sopravvissuti all'Olocausto, tra cui quelli del regime di Vichy in Francia.Varrebbe la pena ricordare che negli ultimi decenni l'ONU ha approvato centinaia di decisioni antisemite contro lo Stato di Israele, il cui scopo è quello di negare all'unico e solo Stato ebraico il diritto di esistere e la capacità di difendersi.

Che cosa Macron abbia detto a Netanyahu, almeno ufficialmente, non è dato sapere per il momento, visto che l'Eliseo non ha ancora rilasciato un comunicato al riguardo. Però, considerando che la telefonata del presidente francese al premier israeliano segue quella di un paio di giorni fa fatta al presidente iraniano Massoud Pezeshkian, è ovvio immaginare che l'Eliseo abbia tentato, anche con Netanyahu, di adoperarsi per far cessare il conflitto almeno in Libano.

Nonostante nella telefonata con Teheran da parte di Macron non fossero state dimenticate le tensioni in corso tra Francia e Iran, il regime degli ayatollah aveva però riassunto il colloquio in termini del tutto opposti a quelli usati da Netanyahu, non escludendo a priori una possibilità di apertura a una risoluzione diplomatica del conflitto in corso.

Ma per il piccolo Hitler dello Stato ebraico il genocidio è l'unica via d'uscita per la sua sopravvivenza politica, oltre che l'unica arma per sconfiggere i palestinesi e chi stia dalla loro parte. Infatti, Netanyahu da tempo sa che ormai la guerra non la può vincere, né a Gaza, né in Libano e tantomeno contro l'Iran e allora l'unica arma che gli rimane è quella di far scomparire dalal faccia della terra tutto ciò che lui riconosca come nemico... a partire dai civili, palestinesi e libanesi.

La ferocia di quell'assassino è pari solo alla sua meschinità. Da ottobre il piccolo Hitler, insieme agli emuli di Goering, Goebbels e Himmler, ha deciso di tagliare ulteriormente l'arrivo dei già insufficienti aiuti umanitari a Gaza, tanto che persino i complici americani hanno storto il naso, con il Segretario di Stato Blinken e il Segretario alla Difesa Austin che domenica gli hanno scritto una lettera in cui gli danno 30 giorni di tempo per "correggere" quanto sta facendo, minacciando altrimenti uno stop agli aiuti militari. Naturalmente lo Stato ebraico continuerà a far morire anche di fame i palestinesi e i complici americani continueranno a fornirgli armi, come prima e più di prima.

Intanto, sono oltre 60 i palestinesi uccisi nell'ultima ondata di attacchi israeliani su Gaza, dove il nord è ormai sotto assedio, con l'IDF che piazza barili pieni di esplosivo per far saltare in aria le case rimaste - anche seppur vagamente - ancora in piedi. Il direttore dell'ospedale Al-Awda di Jabalia ha detto  che l'attacco israeliano a nord sta raggiungendo "livelli di atrocità terrificanti". Evidentemente, è anche lui da considerare un temibile antisemita avendo osato esprimere un parere negativo sul morale sercito dell'ancor più morale Stato ebraico!

Prosegue anche il genocidio dei civili in Libano, dove in queste ore è stata attaccata Rayak, una città vicino a Zahle nel Governatorato della Bekaa, a maggioranza cristiana melkita. Fu bombardata dall'aviazione israeliana già nel 2006. Quanti i  morti nel nuovo massacro? Impossibile dirlo perché si è iniziato a scavare tra le macerie solo da poco .

Infine, per quanto riguarda il fronte iraniano, il ministro della Difesa Yoav Gallant, il piccolo  Goebbels, durante un incontro con i membri del forum "Ghafora" (organizzazione di estrema destra) ha ribadito che la risposta al regime degli ayatollah è imminente, aggiungendo che "sarà precisa e letale".

E in occidente, ci sono ancora leader, seppur in miniatura come Meloni, che dicono di stare dalla parte di Israele, purché agisca nel rispetto del diritto internazionale (umanitario)! Che Meloni sia sorda? O forse cieca? Chissà... probabilmente è solo una piccola arrivista ipocrita e senza vergogna che ha il coraggio di gridare contro gli ultimi e di pigolare contro chi ritiene possa essergli utile. In sostanza, il ritratto di una "statista"... di quelle che vanno di moda di questi tempi.



Creditio immagine: comunicato stampa GPO