Parafrasando il titolo del suo libro, voglio ingenuamente ammettere la mia intenzione di voto.

Io voto Giorgia perché voglio che traduca valori e principi n cui credo in modelli di governo realizzabili, o più realisticamente voglio verificare se sarà in grado di farlo; voto Giorgia perché, critico e dissidente, come lei da sempre all’opposizione, questa volta voglio capire se l’esperienza di governo possa appoggiarsi su idee e propositi applicabili, senza dover comunque aspirare al compimento di ideali e utopie che sono concretizzabili soltanto tramite le rivoluzioni, che non mi sento di auspicare.

Io voto Giorgia perché voglio constatare se la destra sia finalmente in grado di esistere oltre che di apparire, di proporre oltre che di criticare, di legiferare oltre che di presentare emendamenti; voto Giorgia perché voglio sincerarmi se esiste la reale possibilità di liberarci da pressanti sovradittature ideologiche, economiche e culturali che negano di fatto la possibilità di aspirare ad una società dove possano convivere valori di identità nazionale nel rispetto delle reciproche sovranità, dove la famiglia e le tradizioni civili e religiose possano essere tutelate e mantenute, in una sorta di salvaguardia dei confini geografici e culturali, dove il bisogno personale e sociale sia appagato e i meriti riconosciuti.

Io voto Giorgia perché voglio poter giudicare sui fatti una destra che non si lasci ammaestrare dalla sinistra acculturata e acculturante che da sempre si arroga il diritto di escludere chi non i inchina al suo sommo politicamente corretto, e che pretende di dover civilizzare il minaccioso nemico politico etichettandolo, nella migliore delle ipotesi, come “impresentabile” e nella peggiore come “fascista”…

Io voto Giorgia perché spero di trovare al governo una destra che non si svenda ad un sovranismo puro quanto sterile, ma che sappia colmare il contingente vuoto di rappresentanza politica senza inseguire sedicenti populismi esclusivamente anti sistema; ma anche perché voglio testare le sue personali attitudini di leadership quando sarà a confronto con le richieste degli alleati, talvolta frutto di una campagna elettorale permanente.

Io voto Giorgia nell’augurio che gli inevitabili compromessi politici a cui sarà costretta non ne svalutino la coerenza, e che riesca a negoziare su modalità e criteri, ma non sui valori; e nella speranza che nella stanza dei bottoni continui ad essere battagliera, tenace, sicura di sé, franca, netta, tagliente, preparata e pronta come la conosciamo.

Io voto Giorgia pur sapendo che una volta al governo perderà la purezza politica, ma confidando che saprà far tesoro dei consigli  dei suoi padri putativi Crosetto e La Russa per riuscire a districarsi nella gabbia dei leoni…

Io voto Giorgia per collaudare la qualità e l’affidabilità di una classe dirigente formata, modellata e plasmata in vista della possibile esperienza di governo nazionale, e perché conto sulle sue capacità di rimodulare leggi, riforme e progetti senza sentirsi obbligata ad accettarle a scatola chiusa per deferenza di coalizione, né in dovere di azzerarle soltanto perché partorite dalla sinistra.

Io voto Giorgia perché voglio restituire dignità all’aggettivo “conservatore”, affrancandolo definitivamente da storici stereotipi di bigottismo bacchettone e retrogrado, abbinandolo ad un riformismo sensato e assennato, ma anche avveduto e prudente.
Io voto Giorgia per darle una seconda possibilità, dopo le ambiguità e le cose  dette, non dette e sussurrate su pandemia, vaccini e green-pass: la responsabilità di cui sarebbe investita la costringerebbe ad allargare il campo delle valutazioni e ad abbandonare slogan e motti da opposizione.

Io voto Giorgia perché spero che con la forza delle idee abbia potuto infondere consapevolezza nel suo elettorato, non tanto quello storico quanto quello potenziale: il suo obiettivo deve essere quello di trasformare simpatie ed ammiccamenti  in adesione, perché in politica soltanto percentuali e seggi permettono autorevolezza.

Io voto Giorgia anche se so che le insidie sarebbero dietro l’angolo, che non gliene perdonerebbero una e che sarebbe sempre sotto la lente d’ingrandimento di un’informazione che non tifa certo per lei; e so anche che questa potrebbe essere soltanto una vittoria di Pirro, oltre che l’ultima esperienza di governo della destra; ma se dovesse comunque accadere, come si dice: si vive una volta sola…
Io voto Giorgia, infine, perché tra la possibile disillusione e le stantie ricette di palazzo, preferisco di gran lunga la prima…

Paolo Scafati