Milazzo (ME) - Contenzioso con l’Ente acquedotti siciliani, concessa la sospensiva al Comune
Stoppata la sentenza del Tribunale di Barcellona, che aveva condannato Palazzo dell’Aquila a pagare 3 milioni di euro quale corrispettivo d’una fornitura idrica attraverso l’acquedotto della sorgente Mela nel periodo tra il 2004 e il 2011: la Corte d’Appello di Messina ha infatti concesso la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza impugnata rinviando per le conclusioni all’udienza del gennaio 2024. A rappresentare gli interessi dell’Amministrazione vi è stato l’avvocato Francesco Amalfa.
La decisione dell’organo di secondo grado scaturisce dall’aver rilevato “che la valutazione sommaria della causa, l’unica possibile in questa sede, non consente di propendere verso la sussistenza di un evidente “fumus” di fondatezza/non fondatezza dell’appello, dovendosi approfondire nel merito le questioni dedotte dalle parti”.
Al Municipio si ritiene che quelle somme non spettino all’E.A.S., come peraltro emerso anche nella perizia di un consulente tecnico, che ha appurato «palesi difformità dei consumi registrati rispetto alla media degli anni precedenti, verosimilmente a causa del malfunzionamento del contatore derivato di Merì».
Il primo grado ha dato ragione all’Ente Acquedotti Siciliani, che 10 anni fa (era il 2012) fece causa dopo aver sollecitato bonariamente gli uffici comunali ad ottenere il pagamento di quanto dovuto. Il Comune ha sempre contestato quelle pretese affermando di essere proprietario dell’acquedotto e del diritto di prelievo, restando unicamente soggetto al versamento del controvalore per l’utilizzo dell’opera di presa e del tratto di galleria comunale dalla vecchia condotta».
Nel frattempo la gestione della sorgente Mela, dal 2017, è passata al Comune.