Alla vigilia del Consiglio dei Ministri previsto nel pomeriggio di martedì 11 giugno, ieri sera a Palazzo Chigi, il premier Conte ha riunito a cena i due vicepremier Salvini e Di Maio, titolari in pectore dell'attuale Governo.

I due ministri social, stavolta, non hanno però ricordato nei loro profili ai loro "amici" l'esistenza della riunione e ancor meno non hanno detto loro quale ne è stato l'esito. È una questione di target e profilazione. Meglio non generare dubbi in certe categorie di possibili elettori.

I due, come si sa, sono stati invitati da Conte che, come annunciato una settimana fa, voleva capire se vi era o meno la possibilità che il Governo potesse andare avanti. È perlomeno un mese - c'è chi dice tre - che il CdM non decide alcunché, causa le divergenze politiche tra Lega e 5 Stelle.

Alla fine dell'incontro, Salvini e Di Maio hanno dichiarato di essere uniti e di voler continuare il lavoro iniziato da un anno, anche se queste dichiarazioni non sono però finora state rilasciate in documenti ufficiali consegnati alla stampa. Ritrovata la sinergia tra i due vicepremier?

Almeno di facciata, parrebbe di sì, anche se non sembra che nella cena si sia parlato molto di contenuti. Inoltre, sull'unico argomento concreto e impellente su cui Conte ha chiesto un punto d vista, come rapportarsi all'Ue in risposta alla minaccia di una procedura d'infrazione, i tre hanno espresso posizioni divergenti, tanto che Palazzo Chigi ha poi dovuto diramare la seguente nota: "Sarà necessario un incontro con i tecnici del Mef e il ministro Tria per mettere a punto una strategia da adottare nell'interlocuzione con l'Europa, volta ad evitare una procedura di infrazione per il nostro Paese, e per impostare una manovra economica condivisa".

Che cosa accadrà in futuro? Lo capiremo già dal CdM di questo pomeriggio.

La previsione in base a quello che si è potuto capire già con il sì alle modifiche allo sblocca cantieri è che Di Maio abbia calato le braghe e che approverà qualunque cosa Salvini gli dirà di approvare, purché riesca poi a convincere i parlamentari grillini a fare altrettanto a Camera e Senato.

E che sia iniziata la sudditanza grillina a favore di Salvini, lo dimostra anche la bocciatura da parte del nostro Paese della mozione con cui il Consiglio europeo si impegnava per azzerare nell'Ue le emissioni di gas serra entro il 2050. Ma la questione ambientale, per i 5 Stelle, non era sempre stata prioritaria? Per i 5 Stelle sì, ma non per la Lega.

Il Governo, quindi, durerà fino alla fine della legislatura? Se Salvini deciderà che sia per lui più conveniente tramutare in seggi l'attuale consenso, allora si andrà a votare a settembre. In caso contrario, Lega e 5 Stelle tireranno a campare, purché i grillini facciano ciò che Salvini chiederà loro di fare.

Infine, considerando l'impronta leghista sul Governo, non è detto però che Conte e Tria, finora i più rigorosi nel cercare di far ragionare - se mai sia possibile - i due vicepremier del cambiamento, possano in futuro mantenere i loro incarichi fino alla fine del mandato.