Prende forma la Rai dei (post) fascisti
La spartizione della Rai, a conferma del ruolo non di tv pubblica ma di tv di Stato (in assoluto spregio alle direttive Ue), è iniziata. Stavolta tocca alla coalizione di destra-centro accaparrarsi le poltrone per indirizzare il consenso verso la propria parte politica.
Oggi sono arrivate le nomine dei TG. A quello della rete 3, tradizionalmente "de sinistra", è stato confermato Mario Orfeo (!). Invece, il Tg2 è stato assegnato al "forzista" Antonio Preziosi, mentre Meloni ha voluto come direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci, megafono dei (post) fascisti, ex direttore de il Tempo e alcune inchieste che lo hanno visto coinvolto (poi scagionato) nella vicenda di Mafia capitale. E la Lega? Il partito di Salvini sembra si sia intestato il GR, la cui direzione, su loro indicazione, è stata affidata al centrista (di destra) Francesco Pionati.
Tutti soddisfatti, quindi? Può darsi. Rimane il fatto che a non esser soddisfatta è la qualità dell'informazione e l'obiettività che è dovuta a una tv pubblica, titolo di cui la Rai, impropriamente, continua a fregiarsi, nonostante tutto.
Come promemoria, questa organizzazione della Rai, addirittura peggiore rispetto alla precedente, è stata a suo tempo promossa da quel tale di Rignano sull'Arno quando si era impadronito della carica di premier, e che adesso occupa un seggio da senatore per fare tutti i mestieri del mondo... purché lautamente remunerati. Un tale che, non passa giorno, dà lezioni di buon governo a tutti promuovendosi come massimo esempio di politico liberaldemocratico, nonostante abbia "regalato" al Paese una serie notevole di leggi porcata, come per l'appunto quella che riguarda la Rai.