Il Presidente del Torino Urbano Cairo, come riporta un comunicato della società, ha commentato quanto documentato nell'inchiesta andata in onda lo scorso lunedì, dal titolo "una signora alleanza" sui rapporti tra il club bianconero e la tifoseria controllata dalla criminalità organizzata.

Nell'inchiesta si parla anche del caso degli striscioni su Superga comparsi durante un derby allo Juventus Stadium. Queste le parole di Cairo in relazione a quell'episodio:

«Non sono un giudice, non emetto sentenze. Ma c’è un sentimento comune a tutto il popolo granata che si sente offeso dall'ipotesi che ci possano essere state connivenze, anche ad alto livello, con quell'episodio orribile e disumano. Sono striscioni e frasi ignobili, non hanno nulla di sportivo e non possono entrare in nessun posto, non solo in uno stadio. Credo che la dirigenza della Juventus, a partire dal suo presidente, debba chiedere scusa alle famiglie delle vittime di Superga e a tutti i tifosi granata.»

Oggi il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha aperto i lavori dell'assemblea degli azionisti 2018 all'Allianz Stadium ed ha rilasciato alcune dichiarazioni su quanto documentato da Report, definendole un "doveroso chiarimento".



«Una trasmissione televisiva ha riportato fatti acclarati in ogni sede. La Juventus è stata sanzionata dalla giustizia sportiva per due motivi: aver venduto biglietti in numero superiore rispetto a quanto previsto dalla legge Pisanu e perché il nostro responsabile della sicurezza Alessandro D’Angelo avrebbe favorito l’ingresso di materiale non autorizzato.

La Juventus rispetta alla lettera le procedure previste e non può permettere che la nostra società sia associata al bagarinaggio e Alessandro D’Angelo non ha aiutato a introdurre nello stadio striscioni canaglia sulla tragedia di Superga, come li ho definiti nelle ore successive a quei fatti e lo ribadisco oggi.

Non lo dico io, lo prova la sentenza della Corte Federale d’appello di quest’anno. Gli autori di quello striscione sono stati individuati da filmati, grazie alle tecnologie delle forze dell’ordine, sono stati consegnati alla giustizia e sono rei confessi. Ogni altra affermazione è falsa e sarebbe ora che chi si esprime su questi fatti tenesse conto delle sentenze.»

Nonostante quanto dichiarato da Agnelli, l'inchiesta di Report dimostra invece che il bagarinaggio dei biglietti delle partite della Juventus continua anche adesso e parrebbe gestito dalle stesse persone che lo gestivano in precedenza.

Inoltre, in base alle registrazioni riprodotte da Report, risulta evidente che Alessandro D’Angelo ha favorito l'introduzione nello stadio di quegli striscioni definiti canaglia e che Agnelli, successivamente, ne era venuto a conoscenza.