Esteri

Inevitabile un prossimo lockdown in tutta Europa?

Al di là delle dichiarazioni di premier e capi di Stato che assicurano dell'impossibilità di un nuovo lockdown nei vari Paesi dell'Unione europea, il contagio da coronavirus si sta allargando a macchia d'olio nel nostro continente, con qualche differenza fra un paese e l'altro.

E che la situazione sia più che seria lo dimostra la Germania, uno dei Paesi meno colpiti in questo momento, con le preoccupazioni espresse alcuni giorni fa dalla cancelliera Angela Merkel e quanto detto oggi da Lothar Wieler, direttore del Robert Koch Institute, che ha commentato in questi termini i 4.058 nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore: 

«L'attuale situazione mi preoccupa molto. Non sappiamo come si svilupperanno le cose nelle prossime settimane. È possibile che avremo più di 10mila casi al giorno. È possibile che il virus si diffonda in modo incontrollabile».

Una dichiarazione che il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ha cercato di ridimensionare, per modo di dire, con queste parole: 

«Sono i cittadini, siamo noi, con le nostre azioni prudenti, che abbiamo condotto la Germania attraverso questa crisi fino ad ora, integrando le nuove regole nella vita di tutti i giorni. Non dobbiamo disperdere questi risultati. La situazione nella capitale mostra come azioni ignoranti e poco attente possano portare ad altri sviluppi della pandemia», aggiungendo che l'attuale situazione è meno grave rispetto a marzo e aprile, e che i maggiori problemi derivano da riunioni, eventi sociali e religiosi.


Non meno preoccupante la situazione nei Paesi limitrofi, con la Polonia che ha registrato un nuovo record giornaliero di 4.280 casi. Così come in aumento sono i casi nella Repubblica Ceca, dove negli ultimi 14 giorni i nuovi casi sono risultati i più alti d'Europa nel rapporto del numero di contagiati per 100mila abitanti, e in Belgio, dove nella capitale Bruxelles per limitare il contagio si è deciso di chiudere caffè e bar (ma non ristoranti) per almeno un mese.

In Russia sono stati 11.493 i nuovi casi nelle ultime 24 ore, poco al di sotto del picco registrato a maggio, mentre i decessi in un giorno sono stati 191. In Ucraina i nuovi casi sono stati 5.397 e 93 i decessi. In Slovacchia i numeri del contagio sono saliti a 1.037, mai stati così alti neppure in primavera.

Le cose vanno ancora peggio in Francia con i nuovi casi giornalieri che stanno raggiungendo quota 20mila, e un progressivo aumento della percentuale dei positivi sul numero di tamponi effettuati, già oggi superiore al 9%.

Ed in Francia è in aumento anche la pressione sugli ospedali con un numero di ricoverati più alto del 65% rispetto ai minimi registrati a fine agosto. Ma bisogna ricordare che i dati di decessi e ricoveri sono sempre sfalsati di un paio di settimane rispetto all'andamento del contagio. Anche a Parigi se la sono presa con bar e caffè che però rimarranno aperti, anticipando la chiusura alle 22:00.


Anche nel Regno Unito la pandemia ha ripreso a correre, con ben oltre 10mila nuovi casi, nelle ultime 24 ore. Il governo entro lunedì dovrà decidere quali misure adottare, cercando di risolvere l'irrisolvibile rebus di come limitare l'impatto di nuove chiusure sull'economia, che ha già subito un profondo shock. Da mettere in conto ci sono anche gli inevitabili contraccolpi che arriveranno con l'avvio effettivo della Brexit all'inizio del prossimo anno, specialmente se non ci sarà accordo con Bruxelles.


Altissimi anche i numeri del contagio in Spagna, soprattutto nella regione di Madrid, dove il ministero della Salute aveva imposto delle severe misure di confinamento in gran parte dei quartieri della città. Misure a cui si sono opposte le autorità locali e che un tribunale regionale ha annullato perché avrebbero comportato restrizioni in contrasto con le libertà fondamentali di 4 milioni e mezzo di persone. Il tribunale, però, non ha indicato misure alternative per arrestare il contagio.


Ma ai margini dell'Europa c'è un Paese, Israele, che è già tornato in lockdown. E qual è, adesso, l'andamento del contagio nello Stato ebraico? Positivo, dato che dopo tre settimane c'è stato un rallentamento dell'epidemia con 4.117 nuovi casi registrati mercoledì, un mumero in calo per il terzo giorno consecutivo.

Israele, che finora ha registrato più di 282.000 contagiati e 1.824 decessi dall'inizio della pandemia, nelle ultime settimane aveva visto i nuovi casi arrivare a quota 9mila in 24 ore. Netanyahu ha dichiarato ieri che le attuali misure di confinamento continueranno almeno fino alla prossima settimana. 


Quindi, anche i Paesi europei prima o poi torneranno a fare i conti con l'ineluttabile evidenza che il contagio può essere limitato solo con il lockdown, almeno finché non sarà disponibile un vaccino anti-Covid?

Autore Sandro Alioto
Categoria Esteri
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