Il giorno 11 ottobre 2023 è stato presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati il documentario di Fausta Speranza, per la regia di Stefano Gabriele:
“QUEL SABATO NERO”. L’autrice è giornalista de L’Osservatore Romano, prima donna a occuparsi di politica internazionale per il quotidiano della Santa Sede.
A ottant’anni dal rastrellamento del quartiere ebraico di Roma da parte delle forze naziste il documentario ricorda i tragici eventi con riprese sui luoghi e approfondimenti, anche alla luce degli ultimi studi dopo l’apertura alla consultazione della parte degli Archivi vaticani relativa al pontificato di Pio XII.
Dagli appartamenti di Mussolini alle stanze di Pio XII: la storia finora inedita della famiglia Terracina, scampata alla retata nazista al ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, rivive con i protagonisti nel docufilm Quel sabato nero di Fausta Speranza (FrameXS produzione).
Nel documentario è straordinario il contributo di quattro storici di diversa estrazione che intervengono nel docufilm relazionando sugli ultimi studi dopo l’apertura alla consultazione della parte dell’Archivio Apostolico Vaticano e dell’Archivio Storico della Segreteria di Stato relativa agli anni 1939-1958 del pontificato di Pio XII.
L’accesso è stato possibile dal 2 marzo 2020, dopo che a ottobre 2019 Papa Francesco aveva deciso il cambio del nome: da Archivio Segreto Vaticano (Archivum secretum vaticanum) a Archivio Apostolico Vaticano. Si tratta di Matteo Luigi Napolitano (Università degli Studi del Molise) che è anche Delegato internazionale del Pontificio Comitato di Scienze Storiche; Andrea Ciampani (Università Lumsa), Gabriele Rigona (Università Roma Tre), Daniele De Luca (Università del Salento).
A Roma il dramma della Shoah si declina con “il sabato nero” della storia d’Italia: la retata nazista nel quartiere ebraico scattata alle 5.30 del 16 ottobre 1943. Oltre 1200 persone arrestate di cui 200 tra bambine e bambini. Dopo il rilascio di alcuni “di sangue misto”, 1023 saranno deportate ad Auschwitz. Torneranno solo in 16, 15 uomini e una donna.
Drammi accompagnati spesso da una sorta di afasia collettiva. Per anni i testimoni diretti non sono riusciti a trovare le parole adatte a riferire quello che nell’immaginario anche verbale non sembrava essere stato concepito. Nessun termine poteva essere all’altezza del vissuto e nessuno sembrava davvero interessato ad ascoltare narrazioni dall’abisso di disumanità che era stato raggiunto. Alcune voci hanno fatto eccezione, altre le hanno seguite anno dopo anno. Quella della famiglia Terracina è rimasta inedita finora.
Va detto che senza il confronto con gli strumenti degli storici le testimonianze possono essere svilite dai negatori della Shoah che si attaccano a volte a normali errori di memoria per delegittimare tutto il patrimonio di testimonianza sulla deportazione e lo sterminio. Nel caso di Quel sabato nero ci aiutano gli storici più seriamente impegnati – con professionalità e onestà intellettuale – a tessere la tela della ricostruzione di fatti e ruoli. E ci hanno regalato la sintesi di studi che anche in questo caso hanno dell’inedito perché sono il frutto più recente del loro accesso alla parte di Archivio Apostolico Vaticano relativo agli anni di pontificato di Pio XII. In definitiva il docufilm Quel sabato nero è un contributo, tra tanti, per rendere comprensibili esperienze al limite della comunicabilità.