Il lungo percorso dei vaccini, come segnalare le reazioni avverse. Arrivano Indicazioni dall’Aifa.

La strada del vaccino contro il Covid-19 appena intrapresa è ancora lunga, per innumerevoli motivazioni. I dubbi riguardo all’utilizzo di questo strumento, il solo che può traghettarci verso la fine di una Pandemia che sta mettendo a dura prova salute, socialità ed economia sono nutriti da alcune convinzioni, molte delle quali errate. Per quanto riguarda le varianti e le mutazioni del Virus non bisogna averne paura, come spiega Massimo Ciccozzi responsabile dell’Unità di statistica medica dell’Università Campus Bio-medico di Roma. 

In questi giorni, l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco ha reso note le modalità attraverso cui segnalare eventuali reazioni avverse, dopo la somministrazione del vaccino anti Covid. Le reazioni vanno segnalate al medico di famiglia, al centro vaccinale oppure all’Asl di appartenenza, oltre che on line attraverso Vigifarmaco, il sito dell’Aifa dedicato alle sole segnalazioni. 

Le reazioni che a oggi si sono verificate, sono di lieve entità, e si sono risolte entro pochi giorni. Le più frequenti sono stati dolore e gonfiore nella zona dell’iniezione, mal di testa e stanchezza, dolori alle articolazioni, nausea e febbre. Meno di 1 persona su 10 ha avvertito arrossamento nel sito di iniezione e nausea. 1 persona su 100 ha avvertito sensazione di malessere, dolore agli arti oppure difficoltà ad addormentarsi. Durante il breve periodo di sperimentazione del vaccino Covid, l’unica reazione avversa più grave è stata l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche, risoltasi dopo qualche giorno. 

Bisogna tener presente che le reazioni allergiche o avverse riguardano non solo i vaccini ma anche tutti i farmaci, i quali anche se sono sottoposti a numerosi controlli prima di essere commercializzati, necessitano sempre di continui riscontri. Ciò avviene perché gli studi delle reazioni non tengono in considerazione tutte le categorie di persone, ad esempio, pazienti con alcune patologie, oppure gli anziani e infine, sono testati per un periodo di circa 24 mesi, prima del loro utilizzo su larga scala. 

Il vaccino è sicuramente lo strumento più efficace per combattere la pandemia, perché rende immuni al virus, scongiurando ricoveri e casi gravi. Una cura sarebbe un grande balzo in avanti, ma adesso, non esiste, a parte terapie in via sperimentale, alcune delle quali hanno anche riscontrato buoni risultati in gran parte dei casi. Una di queste terapie è il plasma iperimmune, che consente di ricevere gli anticorpi di pazienti guariti da Covid, come spiegato in un articolo su lifestyleslow dedicato a un finanziamento da parte dell’UE, destinato alle regioni che svolgono attività di raccolta di plasma iperimmune. I pazienti meno gravi si curano, come da protocollo, con antibiotici a largo raggio, cortisone ed eparina. Oltre al vaccino, alle terapie sperimentali e alle future cure, resta fondamentale la prevenzione attraverso la distanza e le mascherine, come ripetuto di continuo da tutti gli organi d’informazione. Inoltre, è importante rispettare alcune regole di base, come l’areazione di locali chiusi, evitare di parlare ad alta voce o frequentare cori. 

In questi mesi di pandemia non sono solo gli scienziati a essersi mobilitati in cerca di soluzioni per tenere a bada il virus. Sono nate associazioni di medici, centri di ascolto, e qualcuno ha anche pensato a sistemi Smart da introdurre nella vita quotidiana delle persone. Si tratta di procedure che vanno dal coinvolgimento delle persone nelle scuole e nei centri commerciali, per limitare i contatti, incoraggiare il tracciamento, ottimo strumento, purtroppo sfuggito al controllo. Molti studiosi hanno pensato a una buona connessione fra le persone, a una rete di organizzazioni che offrano supporto immediato. Così come il mondo scientifico ha unito le proprie forse, così dovrebbe accadere fra le istituzioni, le capacità professionali e le persone per creare sistemi di risposta efficaci per prevenire e combattere il Covid in modo tempestivo. Il Know How è un patrimonio a disposizione di tutta l’umanità, negli ultimi tempi sono nate Smart City e l’economia verde, la Smart Mobility e l’innovazione è diventata un imperativo imprescindibile in tantissimi settori. Perché non utilizzare queste conoscenze e competenze? Perché non avvalersi di quel “Saper fare le cose” che da secoli caratterizza noi esseri umani?