Come al solito, Giorgia Meloni ha pensato bene, ancora una volta, di evitare le domande della stampa dopo l'incontro con il premier polacco Morawiecki limitandosi a riferirne i contenuti in una dichiarazione in cui ha parlato esclusivamente dell'identità di vedute tra Italia e Polonia, dove l'attributo strategico, o per essere precisi "strateggico", l'ha fatta da padrone.

Così, la premier ha parlato di autonomia strategica in tema di pandemia, di autonomia strategica in tema di difesa, per poi proseguire sulle scelte strategiche per la transizione verde, sulle scelte strategiche per la transizione digitale, sulle scelte strategiche per rafforzare la difesa.

Di "strateggia" la Meloni non ha parlato in relazione alla migrazione, ma vi è comunque ricorsa, dicendo di concordare con Morawiecki anche su tale tema, dicendo che è pienamente d'accordo con lui, nonostante nell'ultimo Consiglio Ue il premier polacco abbia bloccato, insieme all'Ungheria, il piano preparato dalla Commissione Ue e appoggiato anche dall'Italia.

Ecco l'ottovolante retorico cui è ricorsa Giorgia nel suo intervento:

"E poi la migrazione, ovviamente, che è il tema molto discusso negli ultimi giorni e nelle ultime settimane, e anche qui credo che la nostra posizione sia sostanzialmente la stessa. Noi vogliamo fermare la migrazione illegale. Finché l'Europa pensa di risolvere il problema discutendo su come gestire la migrazione illegale quando arriva sul territorio europeo, noi non troveremo mai una soluzione reale, perché gli interessi delle nostre Nazioni, anche banalmente per ragioni geografiche, sono interessi diversi.Quello su cui tutti insieme dobbiamo e possiamo lavorare e mette insieme l'interesse di tutti gli Stati membri è fermare la migrazione illegale prima che arrivi da noi, con un lavoro completamente diverso che va fatto con l'Africa, di cooperazione non predatoria, anche di sostegno a quelle Nazioni che a loro volta in molti casi sono vittime della tratta degli esseri umani, dei trafficanti, della mafia del terzo millennio. E su quello io e Mateusz Morawiecki e molti altri abbiamo lavorato insieme e capisco perfettamente, come ho detto e ribadisco, la posizione polacca in tema di patto di migrazione e asilo, capisco la difficoltà ad accettare meccanismi di ricollocamentoA maggior ragione per Nazioni che più di tutte si stanno caricando il peso dei profughi ucraini e, spesso, senza veder riconosciuto da parte dell'Europa adeguatamente il sacrificio che stanno facendo. E credo e voglio dire con convinzione che ringrazio il popolo polacco, il governo polacco, Mateusz Morawiecki per quello che stanno facendo a sostegno dell'Ucraina, perché lo fanno anche per tutti noi. E credo che andrebbe riconosciuto con maggiore forza e con maggiore concretezza anche da parte dell'Europa intera. Quindi ribadisco, come ho già detto, che non mi potrei mai lamentare di qualcuno che difende con efficacia i propri interessi nazionali, perché è quello che ritengo di dover fare io per la mia Nazione. Sono ammirata da come Mateusz Morawiecki dimostra forza nel difendere gli interessi della Polonia, ma sia chiaro che non c'è tra noi divisione su questo, perché lavoriamo sullo stesso obiettivo fondamentale che non è discutere su come gestire la migrazione illegale in Europa ma è discutere su come fermarla. E continueremo a fare questo lavoro.C'è un cambio di passo che piano piano, anche grazie all'impegno italiano, si sta materializzando anche nel Consiglio europeo sul quale sappiamo di poter contare sulla posizione polacca. Per cui ho rispetto anche per l'ipotesi di, appunto, interrogare i propri cittadini su una materia che è sensibile, ovviamente, per la sicurezza della propria Nazione". 

La Meloni in versione Stevenson, dottor Jekyll e mr. Hyde, da una parte pretende che l'Europa, tutta, si faccia carico dei migranti che sbarcano in Italia pretendendone il ricollocamento anche nelle altre nazioni, dall'altra dice di concordare con la Polonia che non li vuole (evidentemente perché sono neri e musulmani, mica bianchi e cristiani - anche se ortodossi - come gli ucraini!), ricorrendo alla scappatoia della migrazione illegale.

La stessa Meloni, però, non ha spiegato perché i migranti giunti legalmente (avverbio utilizzato per seguire il modo di argomentare della premier) dovrebbero essere ricollocati! Evidentemente, perché il ricollocamento riguarda i migranti giunti illegalmente che, piaccia o non piaccia a Meloni e Morawiecki, continueranno comunque a sbarcare in Italia. 

Pertanto, Giorgia Meloni dovrebbe dire perché di tali persone dovrebbero farsene carico tutti i Paesi membri dell'Ue, ma non Polonia e Ungheria?

Ma Giorgia Meloni, accuratamente, evita le domande dei giornalisti, per cui non è possibile saperlo.


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